Antonio Del Vecchio

San Marco in Lamis, lunedì 15 aprile 2019 - Benedetto l’abito nuovo della Madonna Addolorata, a Rignano Garganico. Tanto, si era reso necessario dopo l’avvenuto restauro della statua settecentesca, conseguito lo scorso anno ad opera degli  specialisti di Andria, di cui si è già scritto. E questo per sostituire il vestito precedente , ormai logoro e malmesso per via dell’usura dell’età e del tempo. La novità sta solo nel colore: blu  scuro il primo, nero il secondo, in conformità alla iconografia classica.

 La cerimonia si è svolta , ieri sera, nella bella e composita Chiesa Matrice rinascimentale, dove la Madonna è venerata da secoli. Infatti, secondo gli esperti, l’icona di scuola e fattura napoletana risalirebbe al Settecento, forse preceduta da un altro simulacro più antico e coevo alla nascita e  diffusione del culto della Madonna detta anche dei Sette dolori, in virtù di quelli evangelici, patiti per amore del figlio Gesù, venuto in terra per salvare l’umanità. Come noto,  il culto verso l’Addolorata si manifestò in conseguenza di un evento miracoloso accaduto in Firenze nel 1223, a cui assistettero alcuni giovani nobili, in  istrada a recitare le loro laudi. Questi ultimi,  alla vista del quadro della Madonna in edicola, che si muoveva e lacrimava, spogliandosi, come San Francesco, degli abiti sontuosi e indossando abiti neri di penitenza, fondarono  la compagnia cosiddetta dei Servitisi, dandosi  alla preghiera e all’assistenza dei sofferenti. 

La cerimonia in parola, si è svolta, ieri sera, in un clima di sereno raccoglimento di fronte all’Altare Maggiore, dove la statua era esposta, assistita in platea dal pubblico dei devoti vistosamente commosso e salmodiante.  Ad ufficiare il sacro rito ha provveduto il giovane ed attivo parroco Don Santino Di Biase, assistito per l’occasione da una schiera di chierici, l’uno e gli altri in abiti solenni. Anche questa volta, il celebrante ha dimostrato con la parola e i fatti, il suo particolare attaccamento alla Vergine dell’Addolorata, dimostrato più volte fin dal suo arrivo e incardinazione in paese. Come altrove, qui, la ricorrenza dell’Addolorata non si festeggia il 15 settembre, ma coincide con i riti del Venerdì Santo, allorché il simulacro è portato in processione con Gesù morto, preceduta dalla sfilata delle pie donne in abito nero e velate, dotate ognuna di  un cuscino con sopra gli attrezzi e oggetti della Crocifissione. Con ogni probabilità la rinnovata statua  dell’Addolorata ritornerà al suo posto.

Precisamente nella nicchia posta nella navata laterale a destra dell’Altare Maggiore, per essere pregata e venerata dalla gente che a Lei si rivolge in occasione di particolari lutti ed affanni della vita. Chi scrive ricorda l’incessante e dolorosa preghiera ad alta voce rivolta  alla Madonna da una giovane madre con prole, con la quale essa  implorava la Vergine a concedergli  una grazia che le stava particolarmente a cuore, ma non detta . Forse  si trattava del persistente tradimento del marito con un’altra donna.. Sicuramente la grazia fu concessa, se è vero com’è vero che la famiglia poco tempo dopo, lavati i panni sporchi in casa, si ricompose per sempre . E tutti vissero felici e contenti,  mentre nessuno seppe mai chi fosse la misteriosa ed innominata peccatrice!

N.B. Le foto sono di Carmen Botta