Antonio Del Vecchio
Rignano Garganico, giovedì 14 marzo 2019 - L’ultima piccola - grande mamma di Rignano Garganico non c’è più. Se n’è andata via la notte scorsa in un baleno, lasciando attoniti e trafitti dal pungente e terribile dolore un esercito di eredi, composto dai suoi tredici figli d’ambo i sessi, di cui ben 12 sposati con altrettanti generi e nuove, contornati a loro volta da uno stuolo di nipoti e pronipoti. Si chiamava Rosa Coletta (classe 1953), per gli amici Rosina.
Un viso il suo sempre sorridente e un corpo sempre in movimento, per via dei suoi quotidiani lavori all’interno del settore della ristorazione, dove svolgeva la sua apprezzata professione di cuoca. Un professione, quest’ultima, che era la ragione stessa della sua vita, iniziata appunto nell’agriturismo “Fiore”, dove per molti anni era la padrona di casa e l’animatrice indiscussa. Qui, attorniata dai suoi tredici figli che andavano man mano crescendo, ella ha sperimentato l’arte, trasformando la sua antica masseria da ricovero di solo bestiame di piccola e grande taglia in uno splendido e frequentato agriturismo, dove erano e sono serviti piatti realizzati con alimenti di produzione locale e propria, dop o doc che sia.
Era molto devota alla Madonna di Cristo e alla sua dirimpettaia ed antica chiesetta, chiodo fisso dell’intera famiglia. Successivamente luoghi di allevamento e quelli di consumo furono adeguatamente separati e distanziati a dovere con la costruzione di nuove stalle. Tutto andò a gonfie vele ed ispirò alcune aziende del territorio a fare altrettanto con la conseguente nascita di altri agriturismi. In seguito la fama della sua bravura in cucina e nel servizio salì al cielo, diffondendosi in ogni dove, come pure il suo accattivante carattere e modo di fare. Tanto da essere chiamata a dare il suo apporto presso altri agriturismi. Girovagò per vari anni ancora, lasciando il segno indelebile del suo ben fare in altri luoghi vicini e lontani. L’ultimo approdo fu l’agriturismo “Coppa di Mezzo” (a 11 Km da San Marco in Lamis), dove ha esercitato la sua arte quasi fino all’ultimo giorno, facendosi stimare tantissimo. Qualche anno fa aveva persa la madre Maria, a cui somigliava tanto come immagine e modo di fare.
Alla fine dello scorso anno, perse anche il padre Giuseppe Coletta, ultimo emblema ed attivista di quel Partito Comunista che non c’è più, militando sino all’ultimo momento in Rifondazione Comunista. Da lui, Rosa, aveva appreso intelligenza e fantasia nel fare. Da ragazza, gli anzidetti genitori, volevano fare di lei una studentessa per farla diventare domani un’attiva insegnante. Ci provarono a mandarla al dopo-scuola. Ed ella primeggiò subito per il suo vivido intelletto ed applicazione, di cui il Prof. che la ebbe in carico, ricorda ancora le sue virtù. Tale percorso fu presto interrotto per via dell’emigrazione in Germania dei genitori, che ritornarono in paese solo all’inizio degli anni ’80, quando ormai era già tardi. Per cui, prima lei, poi anche la sorella Angela, presero la via del matrimonio, abbandonando per sempre quella degli studi.
L’improvvisa morte di Rosa, lascia sconvolta l’intera comunità, dove era considerata la parente di tutti, non solo per via della sua numerosa prole, ma soprattutto per la bontà del suo carattere e l’altruismo praticante verso il prossimo. Ora la piange a dirotto, perché crea in ognuno un immenso vuoto, difficile da colmare. Addio Rosina, non ti dimenticheremo mai!