Antonio Del Vecchio

Rignano Gargano, giovedì 14 febbraio 2019 - La ricorrenza di San Valentino, patrono degli innamorati, da tempi immemorabili, è una festa assai avvertita sia nei grandi centri, sia in quelli piccoli, come Rignano Garganico, dove il decremento demografico e la fuga dei giovani, sono fenomeni che si toccano con mano. In passato l’avvenimento si festeggiava, quando si aveva un giradischi, in casa propria o presso le famiglie amiche, con la partecipazione sì dei giovani, ma guardati a vista dai genitori o da qualche altro parente o adulto in genere.

 

Qui, dopo l’assaggio di taralli e di qualche bicchierino di rosolio, si ballava sino a notte fonda, scambiandosi a mala pena una stretta di mano e raramente qualche furtivo bacio. Dagli anni ’60 in poi non più. E questo,  per via della sopraggiunta  rivoluzione musicale pop – rock, d’importazione anglosassone ed americana,  e di quella sociale, con il contestuale  avvento dei concetti di liberazione in ogni campo, in primis in quello sessuale. Solitamente ci si radunava in case e luoghi appartati, col supporto del giradischi a valigia, di facile acquisto e diffusione, dato lo sviluppo del settore. Qui si ballava a luci spente e stretti stretti, al suon di slow sempre più lenti,  sino a quello del mattone di Rita Pavone. Impegnati com’erano, raramente si faceva ricorso ai dolcetti o a bevute analcoliche o alcoliche, tranne in occasione di qualche felice ricorrenza di compleanno o onomastico. Subito dopo nacque in paese la prima discoteca che, sostituì man mano il raduno nelle case ‘chiuse’ o segrete che siano. E l’amore? Le effusioni amorose diventarono sempre più manifeste.

Ma ci si fermava al petting, come si diceva allora, ossia al rapporto leggero e quasi mai si arrivava a quello completo. E questo un po’ per la residua riservatezza tramandata dalle passate generazioni e per il resto sopraffatti dall’egoistico timore di inguaiarsi ossia di mettere al mondo qualche innocente. Per fare questo ci si avvaleva dei così detti luoghi di appuntamento. Raramente si faceva ricorso alle auto, data l’età e la esiguità   degli automezzi. Pertanto, per soddisfare i bisogni amorosi delle coppie si ricorreva ai luoghi di appuntamento. Eccone alcuni. Si cominciava dalla Strettola, l’angusta galleria che collega Via Baronale con Via P.Antonio Fania (una sorta di sex simbol anche in tempi attuali, così come lo è il vicolo dei baci a Vico del Gargano). Su questo luogo se ne dicono di cotte e di crude (Vedi la storia di Antonio e Rocchina in  “Racconti e leggende del Gargano”, 2003) Si approdava, poi,  al comodo ed accessibile pianerottolo di “zia Monaca”, dove i baci dei furtivi si avvertono ancora nell’aria.

In caso di ‘occupato’ ci si spostava subito sulla Ripa e ci si rannicchiava  a più coppie negli angoli rocciosi. Se anche qui c’era il pieno, si scendeva più giù al  muro di cinta dell’orto di Bisacciare, dove si amoreggiava sotto il chiaro di luna, mentre in lontananza si intravedeva la piana infinita sottostante,  contrappuntata da una moltitudine di luci multicolori . In altri casi ci si avventurava in luoghi più lontani, come per esempio allo “Scannagge” (ex-mattatoio, ora località Croce, altrettanto attiva)  o a ‘Varrèdde’, dove di solito si era disturbati dal viavai delle auto. Anzi, si ricorda di un autista geloso che notato che poco distante accanto ad una ‘macera’ c’erano due coppie, ne abbordò una, attirato dal fatto che  la partner indossava un maglione uguale a quello della sorella, Non ci pensò due volte e, sceso dal camion, dal di dietro strattonò la donna e gli appioppò due sonori (letteralmente) schiaffoni. La stessa si girò stupita ed imprecante. L’altro, accortosi che non era il suo famigliare, si rigirò anche lui di scatto e, senza chiedere minimamente scusa,  salì sull’ automezzo,  abbandonando immediatamente il luogo del misfatto, con la coda tra le gambe e rosso di vergogna.

Ora quasi tutti i giovani posseggono un’auto di proprietà o  in facile prestito. Per cui  il petting  o di più si può consumare comodamente nell’auto. Non è finita. Oggi per i giovani , c’è una nuova vedetta per incontrarsi e fissare l’appuntamento ad horas. Si tratta di un ‘angolo’ sistemato da poco alle porte del paese, battezzato non a caso come “angolo dell’amore”. Esso è costituito da un minuscolo poggio, che riveste il ruolo di centro vitale della città. E ciò per varie ragioni.  Qui confluiscono:  via Marcone che coincide con la SP che  porta giù in pianura e da qui alle principali città della provincia (Foggia, San Severo, Manfredonia, ecc.); Corso Roma che ti collega al centro storico; Via Dante alla Ripa-Belvedere; Piazza di San Rocco al vicino ed omonimo popoloso quartiere, attraversato a sua volta dalla SP per San Marco in Lamis e San Giovanni Rotondo. Riprendendo il discorso di cronaca, va detto subito nel luogo sopraccitato si radunano da qualche  tempo, per lo più nel tardo pomeriggio, i  giovanissimi del paese. Lo fanno a mo’ di vetrina, soprattutto le ragazzine, per scegliere o essere scelti dal partner.

Dopo di che si allontanano in coppia per appartarsi in altri luoghi, per esempio nel vicino Bar “Paradise” o più in là alla cosiddetta”Discoteca”, Bar e pista da ballo nei tempi addietro assai frequentata anche dalle giovani leve forestiere. Qualcuno ricorda ancora la ‘mini-scalinata’ (mini per distinguerla dalla più famosa infrastruttura di Via Verdi), perché quando la stessa era un ‘rudere’ , spesso capitava a chi si sedeva di perdere qualche pezzo di pantalone, specie quelli di formato corto per ragioni di età. Allora, per i malcapitati erano dolori e sgridate a tutto spiano da parte delle mamme esigenti. I lavori eseguiti a regola d’arte dalla ditta Vincitorio – Costruzioni sono stati salutati con vivo compiacimento sia dalla popolazione locale sia dai Rignanesi di fuori che qui bivaccano con piacere durante l’estate (vedi foto).