Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico, martedì 20 novembre 2018 - Chi considera la donna “sesso debole”, si sbaglia di grosso. Per esempio il gentil sesso a Rignano Garganico, conta ben quattro centenarie, a cominciare dalla più longeva, Giuseppina Draisci, 103 anni ancora lucida e capace di raccontare per filo e per segno le sue amene e scherzose  barzellette. La segue da vicino (anno in meno), Rachele Di Carlo (classe 1916) e Nunzia Palladino (1917), soprannominata “la sangiuvannare per via della sua origine.

 A questa si è aggiunta dalla scorsa primavera, Rachele Nido (100 anni), avendo superato l’ambito traguardo quasi  all’insaputa dei suoi concittadini, in quanto lei vive da molti anni assieme ad una nipote in quel di San Severo. Donna, quest’ultima, nubile, assai attiva sino all’età matura per le sue iniziative sociali ed imprenditoriali. Poi ci sono quelle della classe 1920, che sono assai numerose. Tra l’altro, Nunzia Mastrillo e  Nunzia Lonero. Quest’ultima, ex-emigrante ed operaia alla tedesca Ritter-cioccolato, non ha peli sulla lingua nel raccontare la sua variegata esperienza. Sono questi traguardi a sostanziare il ritratto che emerge dal Rapporto annuale Censis, che dipinge il prototipo di anziano attivo e soddisfatto. In Puglia gli anziani sono in costante aumento e rappresentano il 16% della popolazione, a Rignano i residenti con più di 65, a causa della costante diminuzione delle nascite e l’emigrazione dei giovani, sfiorano addirittura il  20% della popolazione che si aggira sui 2300 abitanti.

Pertanto, l’assistenza costituisce anche qui una priorità assoluta e necessita della piena operatività della rete di servizi sanitari con quelli sociali. Michele, 80 anni,  parla, racconta una vita intera. E’ contento dei servizi Adi, ma si lamenta per la lontananza dell’ambulatorio medico, dove è costretto ad andare quotidianamente per rifornire il fabbisogno quotidiano di medicine per sé e il coniuge.  Spera che il tutto cambierà in meglio quando sarà avviato a concretezza  il Centro diurno. In proposito ci fa sapere subito che difficilmente accetterà la ristorazione. Al contrario, si dice d’accordo con quelli che vogliono che , il luogo diventi da subito un’occasione di incontro sociale, culturale, ricreativo. Il discorso scivola sulla possibile istituzione dell’Università per la Terza età presso l’avviando e vicino Centro Culturale polivalente“C.Parracino” (valente bibliotecario).. A suo dire,  a causa dello sviluppo tumultuoso della tecnologia e le conquiste della scienza, l’uomo di oggi  ha bisogno di un continuo aggiornamento, a prescindere dall’età e dal sesso.

Qui l’anziano, avrebbe la possibilità non solo di apprendere, ma anche di insegnare e trasferire le proprie esperienze ai giovani. I professori, sia pensionati che neolaureati non mancano, come pure gli artigiani, gli informatici, i massari caseari, i potatori, ecc. Con l’accreditamento delle strutture da parte della Regione, le anzidette istituzioni potrebbero diventare addirittura un’oasi’ di formazione professionale di riferimento per l’intero comprensorio. In collaborazione con l’Università di Foggia, per esempio, si potrebbero organizzare degli stages formativi sull’Archeologia preistorica o corsi per guide turistiche e comunicatori scientifici. Le lingue e l’informatica farebbero la loro parte, come pure la cultura letteraria, musicale, artistica, ecc.  Attualmente gli anziani di Rignano vivono una vecchiaia “disorientata”, passando il tempo in futili incontri di chiacchiere o a giocare a carte, ospiti talvolta  presso il locale Centro Anziani “P.Nisi”, in altre occasioni presso i bar preferiti. Quasi sempre, quando il tempo è buono, li vediamo a passeggio sulla Ripa.

Per alcuni, la vita della loro età è scandita da ritmi regolari, con il passare del tempo a causa dell’indebolimento fisico ci si sente al sicuro solo nell’ambiente domestico, e si cerca la certezza del proprio presente nella continuità delle abitudini. Michele, 75 anni, falegname in pensione, è diffidente, e come la maggior parte dei suoi coetanei non vuole parlare di sé, però mi svela l’attività che più di tutto lo soddisfa: - “Mi piace fare il nonno, ho lavorato per 37 anni ed ora non ho voglia di fare altro. Quando non sono insieme alla famiglia, vengo sulla Ripa  a vedere gli amici”. Ovviamente il leit motiv delle conversazioni è la pensione. I più fortunati hanno avuto un lavoro a contratto o Statale. Coloro che hanno fatto gli agricoltori spesso hanno lavorato in nero e senza “le marche” gli anni di contributi non possono essere riconosciuti. Qualcuno si lamenta che la tassazione comunale a Rignano sarebbe molto alta (Tari,Tasi, ecc.).

Tuttavia, l’argomento che più spaventa l’anziano e lo rivolta nella psiche sono i costi  delle operazioni cimiteriali: acquisto loculo, tumulazione ed estumulazione, ecc. considerati, secondo un’indagine di mercato via Web, i più alti d’Italia, come pure l’esclusione di essi da ogni tipo di rateizzazione o agevolazione. Il pensionato Inps al minimo non ce la fa più. Per cui il suo male psicologico si trasforma in depressione irreversibile e le terapie di qualsiasi tipo fanno cilecca. Aiutiamo gli anziani!