Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico, sabato 4 agosto 2018 - . Seduta lampo per il Consiglio comunale di Rignano Garganico. Riunione svoltasi ieri sera in una sala quasi completamente priva di pubblico. Tanto a dimostrare il disinteresse  generale della gente, alcuni per via della crisi in atto, segnata dalla disoccupazione giovanile e dal decremento demografico, altri frastornati dai preparativi per le prossime festività. Infatti, in poche battute e chiarimenti l’assise, composta da cinque consiglieri, ha esaurito l’intero ordine del giorno, composto da solo  tre argomenti.

 

Il riferimento è alle comunicazioni fatte dal sindaco Luigi Di Fiore su quanto si dirà, al programma triennale delle opere pubbliche e all’assestamento di bilancio e salvaguardia degli equilibri per l’esercizio 2018 - 2020.  Il tutto  è stato favorito dall’assenza dell’opposizione, allontanatasi dall’aula sin dall’inizio in segno di manifesta protesta contro i presunti abusi antidemocratici perpetrati dalla maggioranza. Quest’ultima, secondo il loro dire, non li avrebbe coinvolti sui grandi temi che affliggono il paese, in particolare il bilancio, le grandi opere di sviluppo, nonché i mancati introiti rivenienti dalle pale eoliche.

A motivarlo, per sommi capi, è stato il capogruppo del “Patto per Rignano”, Michele Ciavarella, politico ed amministratore di lungo corso,  e fuori campo dal suo giovane collega Matteo Stanco, segretario dell’UDC del posto. Da registrare che anche nella maggioranza si sono evidenziate delle assenze importanti, per motivi vari, quali quelle di  Giosuè Del Vecchio, unico assessore, e delle consigliere delegate, Viviana Saponiere, avvocato, e Lucia Iannacci. Comunque sia, assai interessanti sul piano dei contenuti si sono rivelate le predette comunicazioni, sulle quali il primo cittadino ha espresso la sua più ampia soddisfazione.

In primis, si è riferito al “rignanestate”organizzato dal Comune in poco tempo e con pochi soldi; alle opere di abbellimento cittadino , all’arrivo prossimo di generosi finanziamenti e soprattutto alla fine dei lavori di allestimento del Museo paleolitico di Grotta Paglicci, di cui si scriverà a parte.