Antonio Del Vecchio

San Giovanni Rotondo, lunedì 30 luglio 2018 -  Accolto con grande giubilo la partecipazione alla Festa di Liberazione il segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista (PRC), Maurizio Acerbo, a San Giovanni Rotondo.  Il tutto si è svolto ieri sera nell’ampio ed appartato Cortile della scuola “Melchionda”, addobbata per l’occasione da bandiere rosse, tavolate, striscioni, locandine contenenti e in evidenza stand enogastronomici ben forniti di cose paesane e in un angolo il palco dell’orchestrina con musiche e canti ispirati alla politica.

 

A riceve l’ospite una frotta di giovani in maglia rossa con stemma, guidati dal segretario del locale circolo “Luigi Pinto”, Roberto Cappucci, con i rappresentanti delle più importanti strutture della provincia, a cominciare dal segretario provinciale Luciano Aiello, dall’ex Antonello Soccio, ora componente del Comitato politico nazionale. Si è cominciato subito dal tavolo della presidenza con l’intervista alla ‘Vespa’ sui temi caldi dell’attualità, assolta con impareggiabile pertinenza da  Antonio Del Vecchio, giornalista veterano della zona. Il riferimento è ai risultati ottenuti da “Potere al Popolo” alle scorse politiche (1,13% alla Camera e 1,06% al Senato). Lista, quest’ultima, come noto dove correva il PRC., giudicate dall’intervistato più che lusinghieri, rispetto alla disfatta complessiva del PD e delle altre formazioni di sinistra.

La risalita, secondo i due protagonisti della serata, starebbe, oltre che nei ragionamenti e proposte realistiche sostenute, soprattutto  nella simpatia suscitata tra l’elettorato dal movimento e dal suo capo, definito non a caso dal giornalista un novello “Bertinotti’, di cui ha tutte le caratteristiche di buon affabulatore e di simpatia. Il ritorno al marxisismo? Bene accolto il concetto da Acerbo, sia per i valori della sua filosofia di classe sia come prassi. Riferimenti ritenuti dal relatore indispensabili nell’attuale era della globalizzazione del commercio e del capitale, cui bisogna far fronte con una organizzazione del lavoro e dei lavoratori altrettanto internazionale, a cominciare dall’Europa.

Sull’immigrazione, bisognerà, secondo il suo dire, abolire al più presto la Legge “Bossi-Fini”, che avrebbe impedito il flusso regolare degli immigrati, impedendo, tra l’altro, anche la loro integrazione. Critiche a non finire contro i passati governi, per aver fatto cattive riforme, come la Fornero e  per non aver spiegato come stavano le cose realmente. Per cui ne è venuta fuori l’incomprensione più totale da parte dell’elettorato, che ha creduto di più a Salvini e Di Maio, e poco a Renzi e ai suoi seguaci. Insomma, bisogna recuperare il tempo perduto, marcando la discontinuità col passato e, marciando nel solco dei valori tradizionali, costruire una Sinistra alternativa e corretta.