Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico - venerdì 25 maggio 2018 - Anche il plesso scolastico “San Giovanni Bosco” di Rignano Garganico  ha ricordato, ieri, la figura dei magistrati Falcone e Borsellino e dei componenti le scorte, uccisi dalla mafia in Sicilia tanti anni fa con le bombe a Capaci e a Palermo. Lo ha fatto con una brillante e comunicativa ‘lectio’ magistrale il capitano Gennaro De Gabriele, comandante della Compagnia dei Carabinieri di San Giovanni Rotondo.  

 Quest’ultimo, oltre a sottolineare le  parole d’ordine e d’insegnamento dei commemorati, ha tracciato un lungo excursus sui valori che devono essere inculcati tra le nuove generazioni al fine di avere domani adulti, consapevoli della pericolosità delle mafie e di come combatterla. Lo si fa non seguendo i cattivi esempi del bullismo, ma  dicendo sempre la verità e collaborando attivamente con le autorità genitoriali, scolastiche e delle stesse forze dell’ordine. 

Il De Gabriele, non nuovo del paese, del quale apprezza tantissimo Grotta Paglicci, bene inestimabile nel  campo del Paleolitico, si è soffermato, quindi, sui temi del bullismo, della Droga, dell’Alcool e del Codice della Strada. A suo dire, su di essi docenti e genitori devono  premere, evidenziandone la pericolosità che potrebbe spingere i soggetti più deboli della società, come appunto i ragazzi ad intraprendere le strade del male.

Al termine, il discorso del relatore è stato accolto dalla composita platea (alunni, insegnanti e genitori) con scroscianti applausi e simpatia. Dopo di che si è aperto il dibattito, durante il quale il comandante è stato bersagliato dalle innumerevoli ed intelligenti domande degli alunni sugli anzidetti temi e su altri di loro curiosità. Ad ognuno di esse, il predetto ufficiale ha risposto in modo piano e confidenziale, suscitando un vivo e generale coinvolgimento.

Quindi, al fine di immortalare il momento, oltre alle solite foto, gli alunni hanno consegnato all’ospite dei particolari doni. Tra l’altro, un poster, dove un carabiniere in antica uniforme e un cappellone simile ad un ombrello tiene riparato la sua compagna. Tanto, a simboleggiare la sicurezza che l’Arma  fornisce a tutti i cittadini nella loro quotidianità.