Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico, martedì 27 febbraio 2018 -  Campagna elettorale in sordina  a Rignano Garganico e in gran parte d’Italia. Nessun comizio, ma solo due incontri pubblici, svoltisi al chiuso della sala consiliare, uno per parte tra Centro destra e Centro sinistra. Assente del tutto il resto delle forze contendenti, comprese Cinque Stelle, peraltro, non interessate a questo tipo di canale, avendo per ripiego il Web. Ad accentuare questo insolito modo di fare politica contribuisce nelle ultime ore, anche il maltempo, alias Burian, e la neve caduta in abbondanza in ogni angolo ed altitudine d’Italia.

 Secondo i bene informati, tanto potrebbe falsare decisamente l’accesso al voto e di conseguenza i risultati finali  della stessa competizione, affidata ob torto collo esclusivamente ai media (Tv e radio)  e ai mezzi di comunicazione informatica (Testate online, messaggi, Watts app, face book, ecc.), dalla quale è esclusa la maggior parte del popolo minuto, gli anziani e i disabili in genere. Cosicché il confronto democratico delle varie tesi viene mortificato da grossolane “bugie” e colpi bassi spesso di tipo personalistico fuori luogo e tempo. E ciò a cominciare dalla responsabilità dei governi che si allungano e si accorciano a seconda del piacimento e del pro domo suo.

Altresì dicasi: sulla poca visibilità dell’occupazione, specie quella giovanile; sui redditi di sussistenza per le classi povere, che variano solo di nome; sul fascismo ed antifascismo, ricco di simboli , ma privo di sostanza; parimenti sul razzismo, proclamato solo  a parole, trascurando del tutto  le sintomatiche forme di schiavismo che si evidenziano qui e là nello Stivale; sulla detassazione, poi, c’è chi vuole mantenere lo statu quo o addirittura calcare la mano con la patrimoniale e chi invece la vuole, se non abolire, abbassare ad ogni costo fino ai minimi termini; sulle pensioni, c’è chi vuole ampliare la base ed accorciare l’età ed altri che gridano al lupo, prospettando la bancarotta del sistema.

Non parliamo, poi, dell’abolizione dei vitalizi, delle pensioni d’oro e degli altri  privilegi. Anche qui c’è chi ne nega la evidenza e chi spara a zero sui cosiddetti diritti acquisiti. C’è bagarre all’infinito sui programmi un po’ simili nei contenuti, ma diversi nella realizzazione. Per taluni, vanno bene quelli che si muovono all’insegna della continuità, compreso la Fornero, chi vuole riformare le normative superate e chi, invece, è per la rivoluzione completa, giudicando negativo tutto ciò che sa di muffa e di passato. Insomma, regna sovrana la confusione e nessuno sa che pesci prendere, affidando e confidando tutto sulla ruota della fortuna.

Secondo alcuni, per trovare la retta via in termini di programmi e di azioni, basterebbe guardare alla storia (non a caso considerata maestra di vita), scartando i fatti negativi e puntando sulle riforme positive messe in atto dal primo Centro-sinistra. E ciò per migliorarle o confermarle in toto. Il riferimento è allo Statuto dei Lavoratori, alias articolo 18, fortemente voluto e sostenuto da Gino Giugno e Giacomo Brodolini (Socialisti); dalla scuola a tutti, meglio nota come fascia dell’obbligo alla riforma universitaria, quella del presalario; dalla Riforma sanitaria all’istituzione del servizio nazionale; dalla nazionalizzazione dei servizi ed infrastrutture essenziali (Enel - Energia, trasporti, ecc.) alla creazione delle aziende statali, poi privatizzate e svendute a basso prezzo.

E così via. Pervenire, infine, alla sburocratizzazione e semplificazione completa di ogni atto pubblico. Non è possibile che nell’ Italia  di oggi fatta al massimo livello di laureati  e di diplomati, per affrontare anche la pratica più semplice o un versamento di tassa, bisogna rivolgersi per forza al patronato o al commercialista di turno, sborsando denaro. Altro che Flat Tax o tassa piatta che dir si voglia!