Antonio Del Vecchio
Gargano, lunedì 22 gennaio 2018 - “Per non dimenticarli”, 2012, titolo e contenuto del volume di Maria Schiena, è quello più calzante per commemorare la “Giornata della memoria” o “Shoah”. Lo è pure il v. “Io Parto non so se ritorno…, 2014” di chi scrive. In entrambi vi sono le ‘storie’ dei nostri militari caduti o salvatisi dalla furia devastatrice della II Guerra Mondiale e nel contempo biografie di taluni altri soldati scampati dai lager tedeschi, grazie alla provvida liberazione da parte delle forze alleate.
Luoghi lugubri, questi ultimi, (molti dei quali smantellati prima della fine, per nascondere al mondo i gravi misfatti commessi), dove perirono milioni di ebrei, imprigionati ed uccisi nei campi di sterminio, a seguito delle famigerate leggi razziali. Tra questi c’erano anche vittime e testimoni sammarchesi e rignanesi, le cui storie sono raccontante nelle succitate pubblicazioni. Ora il quadro diventa ancora più chiaro, grazie anche alla ricerca compiuta da Michele Ceddia, che ha tirato fuori dagli archivi nazionali altri due nomi di soldati sammarchesi, stroncati dalle conseguenti malattie nel famigerato campo di Dachau, le cui vicende sono state pubblicate or ora su una seguitissima testata digitale del luogo. Si tratta di Celestino De Lullo (classe 1895), deceduto per malattia il 18 aprile 1944 e Antonio Gentile (classe 1910), morto di stenti nel “Campo di Dora” ( sottocampo di Buchenwald) il 3 gennaio 1944.
Di essi il Ceddia riferisce ogni dettaglio, compresi i numeri di matricola e i luoghi di sepoltura. Ora torniamo alle altre storie. Tra i deceduti nei Lager di San Marco in Lamis vi sono anche: Bonfitto Antonio (classe 1924), Centola Michele (1913), Iannantuono Gabriele (1919), Nardella Gabriele (1910), Nardella Michele (1916) e Rago Pasqualino (1915)*. Ci sono poi, quelli scampati dal lager di Dachau e di altri, in virtù della liberazione americana. Tra l’altro, c’è Michele Aucello, fatto salvo il 28 aprile 1944, riconosciuto come “ex-deportato” nel 1982, ai sensi della legge 791/80 ed acquisizione di una medaglia al valore qualche anno prima della morte*; Raffaele Donatacci (classe 1922) girovagò tra i campi di Badorb, Russelsaim ed altri, liberato dagli alleati a fine aprile 1945; non patì la fame, per via della sua apprezzata arte di barbiere, spesa ‘obtorto collo’ a servizio degli aguzzini*.
Per quanto riguarda Rignano, nell’elenco degli internati a Dachau, troviamo Giovanni D’Angelo (classe 1913), ucciso con armi da fuoco dai tedeschi assieme ad altri compagni, mentre stavano per evadere dal campo, il 3 aprile 1945, ossia poche settimane prima della liberazione*. La giornata della memoria 2018, come predisposto dal Ministero della Pubblica Istruzione, sarà celebrata in diverso modo nelle scuole. Questo per permettere agli alunni di sviluppare una “coscienza critica necessaria per cogliere gli elementi della modernità che possono riproporre i germi di quello che la storia ha sconfitto” (parole della Ministra Fedeli).
A cui va aggiunta l’altra riflessione che a distanza di più di 70 anni e lontani da ogni ideologia di parte e contro-parte la realtà di quei tragici eventi, aggravati peraltro di numero e di fatto anche da altre migliaia e migliaia di vittime ritrovate in fondo alle foibe (simili alle nostre grave) si vedono nella loro effettiva chiarezza e scoraggiano chicchessia non solo a ripercorrere la stessa strada, ma addirittura a farne pensiero. Dalle scuole ci si aspetta che prima di far conoscere la solita grande storia facciano una necessaria ed utile puntata sulla micro-storia. E questo per mettere a fuoco i tanti volti e le vicende affrontate dai protagonisti locali e loro famigliari. attraverso interviste ed approfondimenti, non senza prima consultare quanto già scritto e pubblicato sull’argomento.
Sul piano artistico – immaginifico non si può fare a meno di consultare e sostare di fronte alle innumerevoli opere al riguardo dipinte con acrilico da Nick Petruccelli, ormai noto come l’”artista della Schoah”, a San Marco in Lamis, che ha già esposto più volte i suoi capolavori nelle scuole ed altrove.
- Sta in “Mai più /Testimonianze di Internati Militari Italiani…,Regione Puglia, 2008, pp.76-77”, a cui chi scrive ha collaborato con proprie ricerche.
- Sta in “Io parto non so se ritorno”, di chi scrive, Circolo Giulio Ricci, 2014, pp.23 -26;
- Sta, oltre che in un articolo pubblicato da La Gazzetta del Mezzogiorno, in Mai più /Testimonianze di Internati Militari Italiani…,Regione Puglia, 2008, nonché in “Io parto non so se ritorno”, Circolo Giulio Ricci, 2014, pp. 79-81.