Redazione
San Giovanni Rotondo, lunedì 23 ottobre 2017 - L’ex centro disabili di via Lauriola sarà presidio di sensibilizzazione al contrasto di ogni tipo d’illegalità, secondo le indicazioni emerse nell’incontro di fine settembre, avvenuto in Prefettura di Foggia, alla presenza dei sindaci di Manfredonia, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, Monte sant’Angelo e Vieste. L’immobile è stato messo a disposizione dal Comune di San Giovanni Rotondo, senza costi aggiuntivi per le casse comunali, nell’ambito del progetto della Regione Puglia, inteso a realizzare iniziative di sensibilizzazione e di educazione all’antimafia sociale.
La partecipazione al bando regionale è avvenuta attraverso la costituzione di una ATS (associazione temporanea di scopo) con i comuni di San Marco in Lamis e Monte sant’Angelo, con capofila amministrativo il circolo Arci “Pablo Neruda” di San Marco in Lamis.
«Si tratta di un progetto che sarà allargato anche alle organizzazioni del terzo settore e le scuole dei tre comuni coinvolti per ampliare le opportunità di coinvolgimento e di partecipazione attiva nella lotta ad ogni tipo di mafia. Non avrebbe senso, infatti, limitarsi al recupero di qualche immobile, senza concrete opportunità di formazione sociale, rivolta soprattutto ai giovani», sostiene il sindaco di San Giovanni Rotondo, Costanzo Cascavilla.
Il progetto, deliberato dalla giunta sangiovannese (n.180 del 12 ottobre scorso), vuole perseguire occasioni di aggregazione sociale attraverso iniziative che vogliono offrire soprattutto ai giovani momenti socio-educativi, con particolare attenzione alle situazioni di disagio ed esclusione scoiale.
«Il progetto di antimafia sociale non è uno spot alla lotta alla criminalità organizzata, ma una reale opportunità di realizzare cantieri di cittadinanza attiva, riferiti alla fruizione creativa di spazi e al sano confronto tra giovani e istituzioni, per un rinnovato impegno sociale, indirizzato a cancellare le recenti tristi pagine di cronaca che hanno contraddistinto la cronaca dei territori dei tre comuni coinvolti», sottolinea l’assessore alla legalità, Floriana Urbano.
Inoltre l’adesione al progetto di antimafia sociale permetterà di promuovere attività di animazione sociale e di partecipazione collettiva.
«Creare competenze vuol dire offrire possibilità di riscatto sociale. Non può esserci società sana se non ci sono giovani sani. E non può esserci tessuto urbano sano se non ci sono cittadini sani. Il progetto parla di antimafia sociale, ma guarda alla qualità della vita nelle nostre città, perché si pone come obiettivo la ricostruzione identitaria dei luoghi, e senza i giovani non c’è un futuro attivo, legale e veramente partecipativo», conclude l’assessore alle politiche sociali,Rossella Fini.