Antonio Del Vecchio
Rignano Garganico, venerdì 1 settembre 2017 - Un grosso rammarico non esserci stato di persona alla presentazione del libro di Palma di Cesnola. La presentazione è stata fatta domenica sera 13 agosto nella sala del Purgatorio dai curatori Angelo e Antonio Del Vecchio. Il rammarico è grosso e non finirò mai di lamentarmi della mia salute, che non mi ha permesso di esserci, quasi facessi un’offesa a Palma . Unica consolazione: mi è stata fatta subito dopo una relazione dettagliata daTonino Del Vecchio.
Avuto il libricino qualche giorno fa, l’ho subito divorato e m’è piaciuto tanto tanto. Ho apprezzato la presentazione del nostro sindaco (comincia bene) e la prefazione dei cari Del Vecchio, due cani mastini a guardia della gloria del nume Palma. È la storia vera di un archeologo Klauss ( Palma di Cesnola?) che s’intreccia con la leggenda di Carmine, un poveraccio. Tutti e due sono interessati a Grotta Paglicci: l’archeologo per gli scavi e Carmine, che era venuto a conoscenza che il brigante Abelardo vi aveva nascosto un tesoro.
Un tesoro di quaranta, quattrocento Kg. d’oro fino! Ai tempi della mia infanzia mi raccontarono tra le tante la favola del tesoro nascosto in Grotta Paglicci. Gabriele Galardi era un brigante, che oltre un secolo e mezzo fa era venuto a conoscenza che nella grotta era stato nascosto il tesoro, che risaliva addirittura ai tempi del brigantaggio risorgimentale. Del resto il sito di Grotta Paglicci è un habitat umano per la presenza di una piscina che raccoglie le acque che scendono dalla montagna e per la frequentazione di numerosa selvaggina. Del resto il brigantaggio si collegava molto bene a quella lotta dei quei braccianti meridionali, che rubavano l’oro ai baroni sabaudi.
Il volume mi è piaciuto tanto che l’ho letto tutto di un colpo. Del resto il suo stile, nitido e accattivante, lo rende amabile tanto, che alla fine si desidererebbe leggere qualche altra pagina ancora. Qualche svista tipografica, digitale nulla toglie alla cura e all’amore con cui il libro è stato allestito nella veste in cui si presenta. Il racconto è stato interessante, perché mi ha ricordato una favola che mi è stata raccontata nell’infanzia e perché mi ha fatto conoscere un altro aspetto del prof. Palma di Cesnola. Io lo conoscevo affabile, affettuoso, cordiale. Ricordo che durante una campagna un mattino m’aspettava al Comune e trovandolo un po’ moscio, quasi afflitto, gli chiesi il motivo e lui mi disse tra l’altro che gli avevano rubato gli attrezzi dello scavo.
Ed io: Tutto qui| Va’ in ferramenta a prenderti quello che ti serve! La fattura…falla mandare al Comune. Lo vidi rinfrancarsi e così ci salutammo. Ora quell’altro aspetto del primo Klauss, arcigno, austero, tedesco tutto d’un pezzo,, mi era ignoto. Questo scienziato che ha speso una vita su Grotta Paglicci, che ha fatto conoscere Grotta Paglicci ( Rignano Garganico) all’Italia e al mondo, ha ancora una volta parlato del nostro territorio, rispolverando la leggenda del tesoro di Grotta Paglicci. Grazie ancora per tutta la luce che ha diffusa su di noi.Vorrei tanto rivederlo e riabbracciarlo. Non mi lascerò sfuggire occasione.
Non finirò di lodarmi per avergli dato la cittadinanza onoraria. Tutta ben meritata! Mi ha più commosso il cambiamento del carattere del prof. Klauss che la tragica fine di Carmine, che pure mi ha toccato il cuore. Una vita grama con una fine altrettanto grama|. Rignano Garganico, agosto’17.
N. B. Il Prof. Francesco Gisolfi era sindaco di Rignano Garganico, quando fu conferita, il 21
/12/987, la cittadinanza onoraria al Prof. Arturo Palma di Cesnola, emerito cattedratico di Paleontologia Umana all’Università di Siena e direttore degli scavi a Paglicci.