Antonio Del Vecchio
Rignano Garganico, martedì 29 agosto 2017 - Madame Butterfly* ossia la Signora Farfalla, tanto cara alla letteratura romantica e a Puccini, che l’ha tradotta in opera, è tornata quest’anno nel suo paese sulla collina. Ci è venuta con l’intento di fare grandi cose, in primis rivedere amici e parenti e semmai riscoprire l’Amore perduto non si sa da quanti anni, avendone dimenticato del tutto il conto, a seguito della lontananza e della coltre dell’oblio scesa dopo la sostituzione – soppianto del sentimento con altre persone care, compresa la discendenza.
Ci è venuta con il suo compagno Pungiglione che è rimasto costantemente incollato alla sua gonna, come una sanguisuga. Un collage forse da lei voluto e sostenuto per dimostrare agli altri che era l’unico e vero legame della sua vita. In un certo senso ci è riuscita, anche perché col concesso perdono è venuta meno un’annosa e dolorosa ‘diceria’. Non importa. Come una vera e propria farfalla – falena, ella amava svolazzare più di notte che di giorno. E questo perché l’oscurità le permetteva di mettere in ombra la sua immagine pelosa e nera (Wikipedia) e di acchiappare con facilità le proprie le vittime più o meno designate.
La farfalle notturne, come si sa, non sono quasi mai ospiti gradite in casa, perché se tutti ammiriamo a bocca aperta i colori e la delicatezza delle farfalle diurne, che sfoggiano tinte vivaci, nessuno apprezza particolarmente quelle notturne che si aggirano nell’aria con rumore fastidioso, procurando in noi un senso di ribrezzo, come se fossero dei pipistrelli. Una notte Madame Butterfly col cuore in pena per non aver rivisto chi sa chi, dopo essersi girata e rigirata nel letto per qualche ora, finalmente si addormentò e sognò di essere morta. Le parve di trovarsi al Purgatorio a scontare la pena per i suoi peccati ‘en passant’non si sa da quando tempo.
Anzi ad un certo punto si sentì di peso più leggera e monta. Tant’è che un bel mattino accompagnato da uno stuolo di angeli ed arcangeli si presentò al suo cospetto San Pietro, il guardiano del Paradiso, che le disse: “Madame, il tuo calvario è finito, prendi queste due chiavi e tra cinque giorni, apri l’uno o l’altro uscio e raggiungimi in Paradiso!”. Le precisò, tra l’altro, che una delle chiavi era per la porta grande, e l’altra per la piccola. Stava a lei scegliere la preferenza. Arrivò finalmente il fatidico giorno. Madame provò di entrare prima attraverso l’ingresso secondario , ma poi accortosi che era assai stretto, abbordò la porta grande, l’aprì con uno scatto ed entrò nel regno eterno della gioia e della felicità in pompa magna.
A questo punto si svegliò di colpo e si accorse di essere nel proprio letto di fortuna con accanto l’inseparabile ed appiccicoso Pungiglione. E la storia è finita. Nella foto la farfalla notturna .
*N.B. Tranne le chiavi, il resto del racconto è pura invenzione.