Antonio Del Vecchio
Rignano Garganico, mercoledì 15 marzo 2017 - Sulla questione ‘ghetto’ mentre Bruno Vespa a “Porta a Porta” segue l’esempio degli altri e sbaglia ‘in geografia’, includendo l’anzidetto luogo non più nel territorio di Rignano o di San Severo, dove appartiene realmente, bensì in quel di Foggia, altrettanto sbagliato. La questione sta suscitando in ogni discussioni e polemiche. Vediamo perché. Quando si è scritto la prima volta sul ghetto correva l'anno 2011, ma la ‘campagna’ in ordine sparso era cominciata un po’ prima.
Dopo di che lo stesso autore ha redatto e pubblicato innumerevoli 'pezzi' sia su 'rignanonews.com -garganopress' (una delle più antiche online della provincia) sia su altre testate. Lo ha fatto, per 'rispondere' di volta in volta ai colleghi delle grandi testate nazionali, a cominciare da l'Espresso, precisando che il ghetto non si trovava in territorio di Rignano, bensì in quel di San Severo. Quasi sempre il suo appello cadeva nel vuoto o era ignorato appositamente, considerando l'autocritica, non un segnale di maturità e dignità, ma un disonore. Ad un certo punto per sostenere la sua tesi, un amico ingegnere si prese la briga di stendere una mappa, con indicazioni delle rispettive distanze dai vari confini territoriali. Dallo studio risultò che il ghetto in parole si colloca a 2 km circa dal confine comunale (dal paese addirittura 25), mentre da quello di Foggia 150 m. L'articolo che lo fece arrabbiare di più fu quello rapportato a San Giovanni Rotondo. In esso si parlava, infatti, a proposito di ubicazione di "luogo posto ad un tiro di schioppo dalla città di San Pio". L'unico che capì subito il problema del 'risentimento' rignanese fu Geppe Inserra che con i suoi 'caustici' articoli e considerazioni mise subito in chiaro il predetto 'errore' di ubicazione. Errore che per un 'cronista' è gravissimo.
Ora a chi scrive è passata la voglia di tornare di nuovo sul tema, dato che l'esercito degli avventati 'diffamatori' anziché decrescere, ha continuato ad aumentare a dismisura con le 'bufale' più impensate. Per cui siamo d’accordo con Lettere Meridiane. Non meraviglia affatto, se anche il giornalista 'massimo' per antonomasia della TV nazionale, Vespa, sia cascato anche lui nella infernale 'bolgia' quotidiana della disinformazione e 'ciucciaria' (asineria) geografica, collocando il ghetto nel Capoluogo. Errore, quest’ultimo, subito riscontrato da un foggiano doc, peraltro, impegnato nel campo dell’integrazione. Lodevole appare a molti il suo ‘risentimento’, ma sarebbe stato ancora più lodevole, secondo altri, se anche lui si fosse precipitato a tempo debito, a fianco di tutti coloro, stampa locale compresa, che come il succitato Inserra, fin dalla prima ora sono scesi in campo a difendere a spada tratta Rignano, riconoscendo che il paese con quel luogo di segregazione nulla avrebbe da spartire, né a livello di legge, né come impegno politico e morale, trovandosi esso distante com’è dal luogo e dal problema le fatidiche ‘mille miglia’.
La canzone, come si diceva, continua ancor oggi, nonostante lo sgombero effettuato e il trasferimento dei suoi abitanti in altra zona. Ma non tutti lo avrebbero fatto. Alcuni parlano di ‘diaspora’, essendosi dispersi in territorio di Rignano ed altrove. Tanto da superare di gran lunga il decantato 3% , limite di ospitalità minimo stabilito dalla legge per tutti Comuni dello Stivale. Per cui, stando così le cose, il centro garganico risulterebbe già saturo da questo punto di vista, così pure i contigui centri abitati. L'altra battaglia dove si avverte più che mai l'impegno dell'informazione corretta sarebbe la richiesta di risarcimento del danno di immagine causato a Rignano da tutti costoro. Ipotesi, quest’ultima, sostenuta alcuni mesi or sono in un ordine del giorno, come si ricorderà, dall’intero Consiglio Comunale.
Eccone uno stralcio: <<… si invitano i soggetti e le istituzioni in indirizzo a voler rettificare con ogni mezzo a loro disposizione… ogni improprio riferimento a questo Ente. Si diffida, poi, chiunque lo fa con artificiose menzogne nel tentativo di minimizzare le proprie responsabilità d’intervento, scaricando sugli altri le proprie colpe ed omissioni…si fa appello al Governatore della Puglia, Michele Emiliano, a mettere in atto in tempi celeri la soluzione definitiva della questione ghetto (nrd, già attuato con l’avvenuto sgombero), liberando così una volta per sempre la comunità interessata dalla macroscopica onta di “paese razzista e sfruttatore” che, a torto, da oltre quindici anni gli è stata cucita addosso>>. Perché non si è proseguito in questa direzione? E’ la domanda che ci si pone in molti. Quindi, altro che porre la questione ‘sul ridere’ (Lettere Meridiane), a questo punto bisognerebbe per davvero piangere a dirotto.