Redazione
San Nicandro Garganico, mercoledì 25 gennaio 2017 - Negli ultimi anni si è assistito, sul Gargano, terra testimone di antiche tradizioni e che fonda le sue radici nei racconti dei popoli venuti dal mare, ad una crescita della voglia di riscoprire il passato in chiave moderna e dell'offerta scaturita da questo bisogno.La posizione isolata, la ricchezza della varietà dei paesaggi e le sue risorse naturali hanno reso da sempre questo luogo ricco di tradizioni, frutto del rapporto sapiente tra uomo e natura.
Uno dei momenti più sentiti all'interno dei nuclei famigliari era certamente l'uccisione del maiale, una vera e propria festa per le comunità agro-pastorali. Il maiale era il re della tavola nei tempi antichi e l’allevamento del maiale era di vitale importanza nell’economia e nella cultura contadina. Egizi, greci, celti e romani rispettavano e veneravano l'animale nelle maniere più diverse attribuendogli significati di nutritore, guerriero e regalità. A seconda delle possibilità economiche, quasi tutte le famiglie ammazzavano il maiale, per assicurarsi la provvista di carne per tutto l’anno.