Antonio Del Vecchio
Rignano Garganico, mercoledì 11 gennaio 2'17 - Riguardo all’articolo apparso l’altro giorno su Lettere Meridiane dal significativo e futuristico titolo “Foggiani, per scongiurare l’estinzione è urgente rilanciare lo sviluppo (di Luigi Augelli), ecco che cosa ha scritto a commento chi scrive. << Se Foggia piange, la Capitanata non ride, specialmente il Gargano e i Monti Dauni, dove si assiste per le stesse ragioni individualistiche e l'assenza di una comune visione solidale, all'impoverimento del territorio, alla diminuzione delle nascite e alla fuga dei giovani laureati e diplomati verso mete più ‘speranzose’, compresi quelli che per qualche decennio avevano trovato il loro "Eldorado" presso le piccole e medie aziende dell'Area industriale di Manfredonia, ormai quasi tutte chiuse, dopo aver fatto da bacino elettorale per tanti nostri carrieristi politici a qualsiasi livello.
In altri tempi, gli amministratori seri erano soliti legarsi, in segno di protesta estrema, ai cancelli o alle porte delle Istituzioni, altri si dimettevano dagli incarichi ricoperti. Oggi, essendosi rarefatti del tutto gli ideali, si accontentano tutt’al più di scuotere la testa. Giù anche il turismo sia marino sia quello delle aree interne che negli anni passati avevano avuto un breve sussulto in positivo per le idee di alcuni giovani che erano rimasti. Un esempio su tutti: Grotta Paglicci (Non mi stancherò mai di tirare su questo tema!), ricco sito paleolitico che tutto il mondo ci invidia per via dei suoi oltre diecimila reperti appartenenti alle tre età -civiltà della pietra preistorica (Inferiore, Medio e Superiore), ma che la Regione ignora, interessata com’è a beni di altri territori.
Di questo deposito arcaico si attende ancora il ripristino degli scavi, fermi ai primi anni del '2000 e l'apertura del Museo su in paese che avrebbe permesso a tanti giovani di rimanere sul posto, in conseguenza della sua valorizzazione sul piano culturale e turistico. A questo punto ci si chiede, perché l'Università di Foggia non s'interessa di questo tema, visto che il Prof. Arturo Palma di Cesnola, e di conseguenza anche l'Università di Siena, hanno abbandonato ricerche e scavi per via di pensionamento del succitato e noto scienziato? Circa l'agricoltura, settore ancora portante dell'economia di Capitanata, per effetto dell'industrializzazione e trasformazione produttiva, ci sarebbe lavoro per tutti. Ad impedirlo, però, ci sarebbero i salari bassi e lo sfruttamento degli immigrati, che nel contiguo agro di San Severo hanno una grande e popolosa residenza, denominata a torto “ Ghetto di Rignano Garganico”.
Per quanto riguarda il paese, qualcuno ha fatto già i conti. Tenuto conto che la piana di competenza è di circa 4500 ettari e della sua irrisoria entità demografica (circa 2000 abitanti), basterebbero assumere due rignanesi per ogni 100 ettari, in tutto 70 o 80 unità ambi - sesso, per risolvere in modo duraturo la disoccupazione locale. Il resto del lavoro derivante dalle altre iniziative in piedi, come turismo culturale, Villaggio “vita sana”. Ecc. potrebbe essere utilizzato, invece, per far tornare indietro i nostri “fuorusciti”.