Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico, venerdì 6 gennaio 2017 -  Monta la rabbia e la protesta degli automobilisti di Rignano Garganico . A  spaventarli, in questi giorni  non è tanto la neve e il gelo, quanto la nebbia. Lo è soprattutto per quelli che si accingono a percorrere nell’uno e l’altro senso la ex- provinciale 22,  che collega dal lato Nord il piccolo centro  con  San Marco in Lamis e, attraverso la SS 272, con San Giovanni Rotondo e dall’altro capo con la piana sottostante. 

Si tratta di una nebbia che sale dalla pianura, spinta dalla corrente di aria calda, prima leggera e rada, per poi addensarsi  man mano che attraversa la zona montana, fino a diventare fitta ed impenetrabile, tanto da non distinguere più le cose ad un palmo dal naso. In passato siffatto fenomeno era pressoché inesistente. Secondo i bene informati esso avrebbe cominciato a prendere corpo, dopo la costruzione della Diga di Occhito. Ma non è di questo che s’intende riparlare, bensì dello status  di completa impercorribilità della predetta arteria, specie nelle ore serali e durante la notte. Come accennato, ad aggravare ulteriormente la situazione ci pensa, infatti, l’invisibilità della segnaletica orizzontale manomessa o  cancellata del tutto dall’usura e dalla mancanza di qualsiasi intervento di manutenzione ordinaria e straordinaria. C’è poi il manto stradale rovinato lungo tutto il suo percorso, con buche, dislivelli, asfalto divelto, ecc.

Della questione in passato se ne faceva carico, la Provincia, che, sollecitata costantemente dall’Amministrazione locale, dopo tanto tira e mollo, alla fine interveniva alla meglio. Non solo, ma  ogni due tre anni lo faceva radicalmente con una nuova bitumazione. Non appena eletto, anche l’attuale presidente pose orecchio al problema, ma dopo non se ne fece più niente per sopraggiunti impegni o perché non si sarebbe insistito - secondo le voci critiche -  più di tanto. Voci smentite puntualmente dai governanti del momento che, al contrario,  si sarebbero mossi, a dir loro, ad ogni pie’ sospinto.  Per cui la tenuta dell’arteria è andata man mano  peggiorando sempre più, per colpa anche di qualche violento nubifragio, che ha fatto venir meno alcune  toppe messeci sopra dalla ditta manutentrice, durate appena lo spazio di un mattino. Non appena eletto, anche il nuovo Presidente nominato dai sindaci o delegati, avrebbe voluto intervenire.

Ma dopo, come accade spesso, la dimenticanza o i superiori interessi hanno fatto da padrone. E questo,  nonostante gli incidenti a ripetizione  succedutisi nel tempo, non sempre denunziati alle autorità e alle assicurazioni. Con la perdita delle competenze sulle strade da parte delle province ora non si sa addirittura a che santo votarsi, Fino a ieri, bastava, infatti, rivolgersi all’Ente proprietario e gestore della strada (in questo caso la Provincia di Foggia) per essere risarciti dei danni a persone e cose  causati dalla cattiva manutenzione delle strade e dei marciapiedi.

In questi casi sarebbe addirittura possibile richiedere il risarcimento del danno all'Ente proprietario (ora non si sa bene chi è, dopo l’abolizione delle Province e la vittoria del “No” allo scorso Referendum). Prima bastava  la semplice richiesta, con in allegato  la prova della dinamica del fatto, e l’invio della stessa a mezzo di lettera  raccomandata entro cinque anni dal fatto, per avere ragione. Ora che le Province sono inattive, nonostante la vittoria del “No” al Referendum, come si fa ad individuare  l’Ente  gestore e a fare emergere la sua responsabilità? Nessuno lo sa!