Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico, mercoledì 8 giugno 2016 - Su preti e gente di chiesa in genere, impegnati a vario titolo nelle campagne elettorali di ieri e di oggi si sono scritti fiumi d’inchiostro. Di certo essi hanno diritto a farlo sia per motivi di ordine socio-assistenziale, inerenti alla loro missione, sia per il godimento alla pari degli altri dei diritti costituzionali appartenenti alla sfera della persona. La dice lunga uno spaccato di vita sul tema, rilevato dal romanzo verista “Rosedda” (pp. 41 – 43) di Giulio Ricci, ambientato a Rignano Garganico.

 

Ecco lo scritto: <<…Dopo molti giorni di confusione, di chiacchiere, di manifesti bianchi, rossi, verdi, di spampanate oratorie; ce l’ho con quel cervellotico di mio nipote, ce l’ho; la lista si condensò quasi e furono ufficialmente pubblicati i nomi dei candidati governativi. Questo piccolo paese è un paese stupido; un paese che mentre piglia la febbre per fatti di nessunissima importanza, dorme e fa passare cose turpi e gravissime. Il Prefetto cominciò col promettere croci al sindaco, diplomi a qualche vostro collega, anemometro politico ed amministrativo, aiuto e soldi al clero. Ci si lusingò con una nuova strada, si promisero campane alla parrocchia e financo alle comari bigotte vesti per la loro madonna. Il dottore uscì con un risolino schietto. – Non bisogna ridere, quelle donne sante che se la intendono mirabilmente coi preti rappresentano la maggioranza dei voti nel villaggio. Non si scherza, sapete, esse sanno fare molto bene i fatti loro.

– Ma vera lotta , in sostanza, non vi fu, esclamò il medico. – Al contrario; io non ricordo mai un’agitazione tanto viva, tanto interessante. Venne mandato un maresciallo che aveva zeppe di schede governative, giberna, tasca a pane e spalline, egli s’impose nel paese, perché un maresciallo 1gnorante è sempre un dio in mezzo a noi e comandò la lista del Prefetto. La quale era predicata sul pergamo dal parrocchiano, era messa dietro le figurine della madonna che si dispensavano gratis a metà messa, era appiccicata sulle pile dell’acqua santa e fin nelle costole di nostro Signore Gesù Cristo. Si poteva non vincere con tutto questo?...-Con tutto questo diceva, non si poteva non vincere.

A mezzanotte i preti bussavano le porte degli elettori con l’aspersorio sotto la sottana e qui maledizioni e giaculatorie all’indirizzo del candidato repubblicano che dicevano aveva il diavolo in corpo. Dopo i canonici era donn’Angiola…-Lei in persona, proprio lei, donn’Angiola in carne ed ossa. Quella donna con l’aspetto di femminuccia volgare ha un grande spirito. Essa preparava alla notte le vittorie del dimani, avrebbe messo sotto le gonnelle, prefetti, questori, ministri. Non si scherzava punto; sapeva sollevare gli spiriti, disarmare le menti, far cadere dalle saccoccie e dai tiretti le schede non sue con una manciata di soldi con una promessa, con una minaccia, con un gesto. Altro che l’eloquenza incendiaria e petroliera…

I nostri contadini sono come le pecore; essi si lasciano facilmente commuovere e guidare dal primo venuto. Ignoranti fino alla mansuetudine soffrono in santa pace quali bestie e non parlano e non protestano, quantunque ne avessero tanto di ragione...>>. Tanto accade con la differenza che allora la linea di demarcazione tra clericalismo ed anticlericalismo era assai distante ed insuperabile, oggi addirittura appare esigua sino a confondersi.