Ludovico Delle Vergini
San Marco in Lamis, venerdì 23 ottobre 2015 - Che rabbia…da padre, educare e far crescere il proprio figlio con la constatazione che nel suo paese nativo non c’è spazio per lui, con la preoccupazione per il suo futuro, con la paura per il suo presente; Che rabbia…da figlio, toccare l’amarezza dei propri genitori, vigorosamente di terza età, nelle parole di sconforto per quello che si poteva fare e non si è mai fatto; Che rabbia…da operatori culturali, doversi sentire soli nel lavoro giornaliero di diffusione di buone pratiche e di stimolo alla creatività;
Che rabbia…da professionista nel sociale, dover assistere al fallimento delle politiche volte all’inclusione e al sostegno dei più deboli;
Che rabbia…da cittadino, dover assistere, quasi impotente, alla dichiarazione di resa dovuta ad una lenta ma inesorabile distruzione di tutto quello che San Marco aveva di buono;
Che rabbia…da lettore, dover osservare l’eterna guerra dialettica dei nostri politici/amministratori che non hanno il coraggio perlomeno di condividere la responsabilità del massacro di San Marco e invece hanno il coraggio di persistere nel consegnare, con apparenti motivazioni valide, la colpa all’altro;
Che rabbia…da adulto, non avvertire, da parte degli amministratori che hanno governato a vario titolo San Marco, un minimo segnale di pentimento, di sconforto, di ammissione delle proprie colpe, di scuse nei confronti dei cittadini;
Che rabbia…dover vedere, su tutti i documenti della nostra Città, il logo “GIOIELLO D’ITALIA”…e doversi vergognare, perché non meritato;
Che rabbia…pensare che anche uno di codesti amministratori/politici possa poter minimamente riflettere sulla possibilità di candidarsi per l’ennesima volta;
Che rabbia…pensare che la gente, il popolo Sammarchese, possa dimenticare, col tempo, il danno economico, sociale e culturale che questi signori ci hanno regalato;
Che rabbia…ascoltare e leggere della decantata indispensabilità delle organizzazioni del terzo settore da persone che credono di coinvolgere questo fantastico universo all’occorrenza;
Che rabbia…sentire questa forte sensazione spiacevole, quasi rimorso, quasi colpa, non so bene, di non aver gridato prima, di non aver fatto abbastanza per il nostro paese. Dicono che non è colpa mia, che non ero in politica…Sono convinto che chiunque abbia assistito passivamente, chiunque abbia, nel corso degli anni, pensato solo a criticare, giudicare, propinare soluzioni, senza mai impegnarsi in qualcosa di costruttivo, sia colpevole.
Sia chiaro, non come sono colpevoli i nostri amministratori, considerato l’onore e ripeto l’onore che gli è stato concesso dai cittadini.
Se avvertite la stessa mia sensazione, credo veramente sia arrivato il momento di trasformare la rabbia in energia, il senso di colpa in sfida entusiasmante, la tristezza in voglia di ricominciare, la passività in esplosione di creatività e l’individualismo in forte senso civico.
Ludovico Delle Vergini