Grazia Galante

San Marco in Lamis, giovedì 23 gennaio 2020 - San Giuseppe e la Madonna vengono ricordati e invocati dalla popolazione sammarchese anche il 23 gennaio, festa del loro Sposalizio. La ricorrenza viene celebrata nella chiesetta di San Giuseppe con una messa solenne durante la quale vengono benedette le bomboniere, cioè dei confetti racchiusi in un velo, che alla fine della cerimonia religiosa vengono offerte ai presenti. Al termine del Sacro Rito, all’esterno della chiesa, vengono buttate le mandorle e i confetti ai bambini e adulti in attesa di acchiapparne al volo il più possibile.

Un tempo sull’altare, oggi nella parte destra del presbiterio, troneggia la Coppia celeste unita in matrimonio dal vecchio Simeone. Nel passato le spose novelle del paese facevano a gara a regalare o prestare l’abito nuziale alla Madonna. Ancora oggi ci si prepara alla festa con una novena alla quale il parroco invita a partecipare tutte le coppie della parrocchia e non solo perché esse possano imitare le virtù della famiglia di Nazareth. Non si sa con precisione quando sia nata questa festa. La chiesa, fatta costruire da don Giuseppe De Vita nei suoi possedimenti, fu aperta al pubblico nel 1714 e per molto tempo essa poteva essere visitata solamente il 23 gennaio e il 19 marzo, festa di San Giuseppe.

La festa, quindi, è molto antica e sentita dal popolo sammarchese, che si reca nella chiesa suddetta per chiedere di benedire la propria famiglia. Fino alla fine degli anni ’30 del ‘900 la cerimonia si svolgeva in maniera diversa: alla messa ‘parata’ si facevano intervenire due novelli sposi (forse l’ultima coppia del quartiere unita in matrimonio) e il sacerdote simulava la celebrazione del matrimonio facendo fare anche lo scambio degli anelli.

Quando il celebrante intonava il ‘Gloria’ dal coro, che si trovava sull’ingresso (lu tammurre), venivano lanciate verso l’altare due colombe donate dall’imprenditore Ciro Iannacore (Ggire Maruzze) insieme ai confetti che venivano distribuiti a tutti i presenti alla fine della messa. Fino ad alcuni anni fa il parroco don Antonio Campanozzi sceglieva tra le donne sammarchesi due ‘madrine’che la sera del 22 gennaio vestivano la Madonna dell’abito bianco e la ingioiellavano. Finita la cerimonia della vestizione, le prescelte davano un obolo al parroco, che preparava per loro una bomboniera particolare e un piccolo rinfresco.

Tratto da LA RELIGIOSITA' POPOLARE DI SAN MARCO IN LAMIS - "Li còse de Ddì"