Una volta, ma penso anche oggi, per farsi dimenticare da tutti e da tutto, gli uomini si arruolavano nella Legione Straniera, un corpo militare aperto a uomini di tutte le nazionalità, anche con un passato poco legale.È strano, l’uomo (ma anche le donne): prima fa di tutto per farsi notare, per dire, indirettamente, che è socialmente superiore a tanti altripoiché ha 986 amici, 49 seguaci e sul suo profilo Facebook ha 321 foto, ma poi, sempre quest’uomo (o donna) decide (finalmente!!) che tutto quello che ha prodotto nella sua mente contorta (peggiorata da internet) non è più interessante né per lui e né per il resto dell’umanità!!! E chiede l’oblio.
Immaginate Lucia, sempre la ragazza di Renzo, se fosse vissuta ai giorni nostri, per farsi dimenticare da don Rodrigo, non solo scapperebbe a Monza, rifugiandosi nel convento della famosa monaca, ma per essere certa di cancellare tutte le sue tracce lasciate nelle vicinanze di “Quel ramo del lago di Como…” e per non essere inseguita da don Rodrigo, cancellerebbe sul suo profilo tutta la sua vita simil-amorosa (all’epoca c’era poca attività…) avuta con il suo fidanzato.
Lucia cancellerebbe da internet: le foto fatte con le amiche mentre fila la lana; mentre abbraccia la Provvidenza che, alla fine, riesce a risolvere il suo problema facendo morire don Rodrigo e a farla sposare con Renzo (vijata te!!!); abbracciata alla madre Agnese; quando si confessa da padre Cristoforo, mentre fa il voto di castità alla Madonna se l’avesse resa libera dagli sguardi di don Rodrigo; e tante altre foto che solo lei (e la Provvidenza, sua amica) poteva vedere poiché… riservate; cancellerebbe anche gli amici conosciuti su internet, per non avere contatti indiretti con don Rodrigo; e tutto ciò che ha avuto a che fare con la sua vita… precedente.
A questo punto don Rodrigo, vistosi perso, contatta quelli di Google, avendo conoscenze molto in alto. Così parlò don Rodrigo con il signor Google. “Salve, sono don Rodrigo, quello sul ramo del lago di Como, ho perso le tracce di una mia amica, una certa Lucia Mondella, anche lei abitante su quel ramo del lago di Como, non ho più notizie da lei, su internet, da un po’ di tempo. Mi dite come posso rintracciarla?”
“Mi dispiace don, ma la sua amica che sta cercando ha deciso di cancellare la sua vita precedente, in senso informatico, e solo Dio sa cosa sta facendo e dove si trovi adesso”. “Vedete, che se non mi date almeno qualche traccia utile, vi mando i miei Bravi, sotto forma di virus, e vi blocco Google per i prossimi 100 anni”. “Signor don Rodrigo la sua amica ha deciso di cancellare tutto, su Google, Facebook, messaggi di posta elettronica, Whatsapp ed affini… in pratica è come se fosse morta, per noi di Google. E niente e nessuno la può risuscitare”. “Va bene, farò a modo mio: impiegherò i migliori tecnici informatici del mondo per rintracciare la mia amica”. Concluse don Rodrigo.
E così fece il nostro don, si mise in contatto con gli ingegneri di Silicon Walley i quali studiando, aprendo, ricollegando tutti gli ultimi messaggi, le foto, i “mi piace”, le condivisioni fatte su facebook da Lucia, riuscirono a rintracciarla. E diedero a don Rodrigo degli indizi ben precisi: convento di clausura di Monza, Gertrude (monaca) chiamata la Signora. Indizi sufficienti per don Rodrigo per raggiungere la “sua” Lucia. E così fece. Appena arrivò alle porte chiuse del convento di clausura di Monza, ad aprirle le porte venne una ragazza con… “due occhi neri, neri anch'essi, si fissavano talora in viso alle persone, con un'investigazione superba; talora si chinavano in fretta, come per cercare un nascondiglio”, e aveva una minigonna… ascellare, alcuni tatuaggi lungo il corpo e lo smartphone “quasi… compreso negli occhi”.
“Ciao Lucia, finalmente ti ho trovata. Ma perché sfuggi al Rodrigo tuo, lascialo perdere a Renzo che non ha nemmeno il posto fisso, ha un telefonino senza internet e sul suo profilo facebook ha appena 16 amici”. Così parlò don Rodrigo.
“Prego?”, rispose la ragazza sopra descritta e che aveva aperto le porte del convento a don Rodrigo. “Io mi chiamo Gertrude e proprio in questo momento sto lasciando il convento, ho appena completato il mio profilo su Facebook e se tu vuoi, potresti essere il mio primo amico”.
A quelle parole così incoraggianti e dette da una ragazza sui 25 anni (tanti ne aveva quando Lucia conobbe la Monaca di Monza), don Rodrigo non potrà dire di no. “Da mie informazioni qui dovrebbe esserci anche una certa Lucia Mondella, arrivata da uno dei rami del lago di Como”, chiese don Rodrigo. “Sì, è arrivata pochi giorni fa, e ha preso il mio posto dietro le grate della mia cella di clausura”. “Ma come, Lucia è diventata suora?” “Sì, ha detto che non vuole più saperne del fidanzato Renzo, di padre Cristoforo, di don Abbondio, della madre Agnese, dell’Innominato e di un certo don Rodrigo”.
“E perché?” “Perché erano sempre su facebook, e la riempivano di “mi piace”, “condividi anche questo”, di foto di: torte, gelati, pizze, gite scolastiche, e tante altre fesserie”. Spiegò l’ex Monaca di Monza.
“Quindi non è scappata solo da me, don Rodrigo?” “Lei è don Rodrigo? Si consoli: non è scappata solo da lei, ma da tutto ciò che non è reale, ma fatto da immagini virtuali, illusioni informatiche e da tutto ciò che non si può abbracciare”. “Ho capito: Lucia è scappata da questo mondo nel quale ci sono pure io”. Capì don Rodrigo. “Giusto. Se vuole possiamo conoscerci, io sono Gertude, ora non più monaca, ma… civile”. Don Rodrigo fisso la Gertrude… civile e non più religiosa. “Le farò sapere, adesso ho bisogno di riflettere”. Così dicendo don Rodrigo si allontanò dalle porte di quel convento.
Tutta la scena venne ripresa, non da una macchina fotografica di uno smartphone, ma da due occhi di una bella ragazza che si trovava dietro una grata in un ambiente fuori dal mondo di internet e dintorni: un convento di clausura. “L’espressione non era felice, come se fosse agitata e sconvolta. Aveva un velo sulla testa che scendeva sulle spalle, scostato dal viso. La fronte era bianca e fasciata da una benda di lino; il viso era circondato da una fascia a pieghe che giungeva fino al soggòlo, che nascondeva l'apertura del saio nero. Aveva gli occhi neri scurissimi, le guance molto chiare e le labbra appena rosee”… il suo nome era Lucia.
Mario Ciro Ciavarella Aurelio