Mario Ciro Ciavarella Aurelio
San Marco in Lamis, lunedì 6 gennaio 2020 - Nel tennis le misure non sono obbligatorie. Nel senso che, ad esempio, la racchetta da tennis non deve avere delle dimensioni precise, e nemmeno il peso. Ognuno può usare la racchetta che vuole. Dalle racchette della “Maxima”, storica fabbrica italiana, fino a quelle di oggi, di tempo ne è passato tanto. Negli anni ‘70 l’impugnatura delle racchette era difficoltosa, troppo largo il manico con seri danni per i polsi dei giovani e dilettanti tennisti.
Nel tempo le racchette si sono assottigliate e ingrandite: da alcuni decenni non è importante la mira e l’abilità del tennista, ma soprattutto la potenza, iniziando dalla battuta. Con perdita da parte di questo sport soprattutto della competitività tra i tennisti. Da anni si dice che dovrebbero aggiornare del tennis il regolamento, e sembra che ci siamo: da novembre prossimo ci saranno set al meglio dei 4 game, con eventuale tie-break sul tre pari, con partite al meglio dei 5 set senza vantaggi sul 40 pari, riscaldamento più breve, e movimento libero del pubblico(??!!) Il tutto in via sperimentale. Forse e troppo, troppe novità tutte insieme. Per me era sufficiente dare una sola palla di servizio, e il gioco sarebbe stato più equilibrato con match di durata superiore.
Poi non capisco come nel tennis si possa concepire che durante il gioco vorrebbero dare libertà al pubblico… di muoversi!!! Ma sono matti questi innovatori??? Già la musica da discoteca trasmessa tra un game e l’altro è scandalosa!!! Figuriamoci se la gente sugli spalti potesse avere la libertà di muoversi mentre i tennisti giocano! La foto che vedete in questo articolo, ci riporta indietro nel tempo: ritrae forse gli ultimi due tennisti che hanno giocato a tennis come dio comanda!!! Con la precisione e il talento che li ha distinti per tanti anni.
Oggi il tennis dovrebbe dividersi in prima e dopo Biorn Borg e John Mc Enroe. Questi due hanno fatto da spartiacque ad uno sport che nel tempo sta perdendo praticamente tutto!!! Sta perdendo lo spettacolo, il fascino, il pubblico; la storia scritta dai tennisti degli ultimi anni non potrà mai essere uguale a quella di almeno trent’anni fa.
Rivedendo alcuni incontri di tennis degli anni ‘70-‘80, si nota come i tennisti prendano la mira! Come quando si deve sparare: ruotano quel tanto che basta il polso per dare alla palla il giusto effetto con la giusta forza. Di potenza ce n’è poca, considerando la “grandezza” della racchetta. Cercano l’angolo giusto della racchetta dove far cadere la palla per ribatterla dall’altra parte del campo. Il tempo a volte sembrava fermarsi: i tennisti di decenni fa avevano il tempo di andare sotto rete per giocare “d’attacco”.
I tennisti d’attacco erano: Panatta, Connors, Mc Enroe, Gerulaitis, Ashe, i tennisti australiani... Quelli di difesa erano: Borg, Barazzutti, Bertolucci, Vilas… Adesso i tennisti “d’attacco” non ci sono più: sono tutti cannonieri da fondo campo!! Potenza su potenza. Questo si vede sui campi da tennis. Non ci sono delle strategie di gioco, non si aspetta che l’avversario vada sotto rete per tentare un pallonetto. No, nemmeno questo c’è nel tennis di oggi. I pallonetti dove sono finiti?
Anche se in tv esaltano ancora questo sport per invogliare a vederlo, penso che siano degli spot inutili: si assiste quasi sempre a degli incontri noiosi. Per il semplice motivo che manca… la mira. Sembra che i tennisti non vedano quello che fanno. Tirano la palla dall’altra parte. E aspettano. Fino a quando uno dei due vincerà…
Mario Ciro Ciavarella Aurelio