Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, lunedì 30 settembre 2019 - Non tutti sanno che… Radio Sammarco potrebbe avere un altro primato, dopo quello di essere stata una delle primissime radio locali pugliesi, ed è quello di aver letto più dediche e auguri a tutti i Michele del nostro paese durante le giornate del 29, 30 e forse anche primo di ottobre per parecchi anni. Tanto tempo fa, quando la stereofonia non veniva ancora inventata, le radio private trasmettevano soprattutto, oltre ai dischi, anche dediche da un cittadino ad un altro.

E lo si faceva durante le festività di santi molti “gettonati”, come Sant’Antonio, San Matteo, San Nazario, San Giovanni e soprattutto quando sul calendario arrivava la festa di San Michele. Naturalmente parlo della nostra cittadina e zone limitrofe. Il giorno di San Michele, 29 settembre (ma anche 8 maggio), la sede di Radio Sammarco veniva letteralmente inondata da bigliettini e lettere contenenti dediche verso amici e parenti che avevano questo nome: Michele.

 Siccome parliamo del periodo pionieristico delle radio locali, metà anni ’70, sia nella sede della radio che nelle case dei cittadini, il telefono averlo era un lusso: e infatti pochissimi ce l’avevano!! E di conseguenza per dedicare un brano al Michele del cuore, oltre alla busta con la dedica dentro, bisognava metterci anche un’offerta in denaro: 500 lire!!! Un piccolo patrimonio per l’epoca!!  

 Ma l’usanza si doveva portare avanti nel tempo, anche perchè sentir dire dal d.j. il nome del “dichiarante” e quello del “ricevente”, era una bella soddisfazione. E così, si andava avanti ad oltranza! Si iniziava alle ore 14 del pomeriggio del 29 settembre e si superava abbondantemente le ore 20 dello stesso giorno. Si chiudeva la saracinesca della sede della radio e si riprendeva il giorno dopo a leggere dediche ai Michele.

 Spesso le canzoni dedicate erano più o meno sempre quelle, e allora si mettevano insieme decine di dediche per poi trasmettere, per tutte, lo stesso brano. Non prima aver elencato tutti i Michele ai quali quel brano veniva dedicato. Spesso ai microfoni di radio Sammarco si alternavano più speaker: uno solo non ce la faceva. C’erano anche le Micheline negli anni ’70, il nome Michela non erano ancora di moda, ma poi arrivarono anche loro. Quindi: tra i Michele e le Micheline era una bella lotta su chi aveva più dediche. E tutti erano attenti che il d.j. leggesse il nostro nome sotto il biglietto degli auguri, non sia mai veniva saltato, poi quel d.j. non avrebbe avuto vita facile: sarebbe stato rimproverato ad oltranza per non aver letto quel biglietto rinchiuso in quella busta (dove dentro c’erano 500 lire…)

 Anni dopo, molti sammarchesi riuscirono a farsi installare in casa il telefono: il metodo “bustarella” scomparve quasi completamente, si chiamava in radio dal telefono di casa, e tutti gli altri che non ce l’avevano andavano a comporre il numero telefonico dalla cabine. La cabina telefonica!!! un altro totem della nostra infanzia e giovinezza. Veniva letteralmente presa d’assalto dai giovani per poter chiamare Radio Sammarco, e bisognava fare la fila per poterlo fare, con i gettoni in mano.

 A volte si sbagliava numero: invece di comporre il numero di Radio Sammarco si chiamava Radio Elle, capito l’errore si pretendeva dal d.j. di Radio Sammarco di passare la linea a quello di Radio Elle… ingenuità dell’epoca. Dicevamo: appena si affacciò la possibilità di risparmiare le 500 lire in busta, si chiamava con il gettone telefonico che costava 200 lire, e si poteva fare anche la dedica in diretta!!! dalla viva voce del richiedente.

 E allora si poteva ascoltare un dialogo tra radioascoltatore e il d.j. più o meno di questo tipo: “Pronta? E’ Radia Sammarco?” “Sì”. “Pozzo fare una dedica?” “Stiamo qui a posta…” “E allora, io chiamo da Casarinello e voglio dedicare la canzona Pover’ammore di Carmelo Zappulla, al mio marito Michele che sta alla Svizzera, e la dedico con un treno carico di baci”. “Ok, a posto così…” “Aspetta, e famm parlà, e poi gli devo dire che io la moglie e con tutti i nostri quattro figli lo aspettiamo a braccia aperte e con il portone aperto, perciò vieni il più prima possibile. Un altro vagone carico di baci e cosi sia”. “Signora, se continui così finisce il giorno di San Michele e la dedica non vale più”. “I fenut”. E partiva “Pover’ammore” di Carmelo Zappulla.

 Parliamo di oltre 40 anni fa. Quando si passava il tempo con quel poco che si aveva. E avere una radio locale come Radio Sammarco, significava  essere avanti secoli rispetto ad altri paesi che ancora non ce l’avevano. Purtroppo anche la bella realtà delle nostre radio locali non ha avuto futuro. Basti pensare a Radio Hermes che trasmetteva da Borgo Celano e veniva ascoltata in buona parte della nostra Regione, zone della Basilicata e Molise.

 Non abbiamo avuto né fortuna e nemmeno santi in paradiso che potessero spingere le onde radiofoniche sammarchesi oltre i confini locali. San Michele questa grazia non ce l’ha fatta… però vuoi mettere la soddisfazione di leggere anche oltre 30 dediche ai Michele e alle Micheline di San Marco per poi partire con il brano “Pasquina” di Gianni Ciardo?

 “Ho venuta con l’autobussa”. “Non sei venuta col trattore’”. “Ti voglio fare una sorpresata”. “Cara Pasquina mia sei la mia vita e se lu vuoi sapere ti voglio per zita”. “Leviti la giacchetta a chiano a chiano, e mettila sopra là con una mana”…

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio