Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, lunedì 26 agosto 2019 -  “Quando spuntò il sole Lot arrivò a Zòar. Allora Geova fece piovere zolfo e fuoco su Sodoma e Gomorra: vennero da Geova, dai cieli. Così distrusse queste città e l’intera pianura, compresi tutti gli abitanti la vegetazione. La moglie di Lot, però, che era dietro di lui, guardò indietro e diventò una colonna di sale” (Genesi: 19, 23-26).

  Sale e polvere. Due elementi che hanno a che fare con la nascita e la morte degli uomini. L’argilla di Adamo che le dette la vita, e la polvere di Marcy Borders (nella foto) che la vita gliela “prolungò” per 14 anni, per poi morire soffrendo non poco. E il sale della moglie di Lot che la pietrificò all’istante, appena si voltò per vedere che fine stavano facendo Sodoma e Gomorra. 

 La foto di Marcy che la mostra quasi pietrificata (è difficile capire che quello che ha sul corpo sia semplicemente polvere, sembra sale), ci indica come la vita per terminare abbia bisogno spesso di un qualcosa che copra il corpo. Come una malattia infettiva, o una sofferenza che strazia la pelle e le ossa del paziente. La trasformazione materiale del nostro corpo è “un’anteprima” di quello che accadrà tra non molto.

 Eppure Marcy Borders sembrava una miracolata: scampò all’attentato dell’11 Settembre del 2001, lavorava in una delle Torri Gemelle di New York. La Borders aveva 28 anni e da circa un mese aveva iniziato a lavorare per la Bank of America, all'81esimo piano della Torre Nord, la prima ad essere colpita. Subito scese velocemente le scale infinite per arrivare a piano  terra. Ed è lì che venne scattata la foto da Stan Honda.

 Una donna di polvere, quasi inanimata in attesa che dio soffi nelle sue narici per darle la vita. Una statua che aspetta di essere posizionata in un museo non so per mostrare cosa. Ma sapendo quello che è successo potrebbe rappresentare “La vita che non c’è”. Come emblema dell’insuccesso dell’uomo sul pianeta.

Una rappresentazione allegorica di come l’umanità non abbia saputo dare vita a gente già nata!! Un fiasco colossale. Se poi si pensa che questa donna soffrì dal giorno dell’attentato fino a quando morì, i pensieri diventano strazianti. Non riuscì a più a dormire per anni, le vennero tolti i figli poiché la madre si alcolizzava e morì di cancro allo stomaco, quasi sicuramente provocato dal materiale tossico che si sprigionò quell’11 Settembre dopo l’impatto dell’aereo sul grattacielo.

 Quattordici anni in più di vita per Marcy Borders, quando si dice la fortuna/sfortuna… (scegliete voi quale).

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio