Mario Ciro Ciavarella Aurelio
San Marco in Lamis, sabato 24 agosto 2019 - Ho volutamente scritto il titolo del telefilm con la definizione originale. Per non far subito “girare pagina” a molti. Ma si tratta chiaramente di “Casalinghe disperate”, uno straordinario telefilm della durata di 180 episodi. Non fatevi ingannare dal titolo, ma questo serial è uno dei più interessanti di sempre.
Non pensate subito alle sorti di cinque donne alle prese con pannolini, figlioletti da curare e cibo da cucinare: sarebbe troppo semplice, tutti riusciremmo a scrivere una sceneggiatura del genere. Ma il segreto del successo del telefilm è compreso nella frase “American way of life”, storie di vita all’americana.
Il tutto gira intorno a questo concetto: la ricerca della felicità!! Sappiamo che l’America si regge anche su questo principio. La felicità, il successo e tutto ciò che può far star bene un popolo, è contemplato nella “Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America”. Un qualcosa di abbastanza serio. E seri sono i presupposti delle cinque casalinghe quando cercano di far quadrare i conti, non solo economici nelle loro case, ma anche nelle relazioni sociali.
Il privilegio di essere un cittadino americano deve essere ostentato: non ha eguali tra gli alti popoli, l’ostentazione del benessere e della libertà, non è solo un lusso, ma un dovere. Tutti gli americani hanno la possibilità di diventare ricchi, di divertirsi, essere liberi e sposarsi quante volte si vuole!! (senza che sia peccato…), possibilità di diventare Presidente degli Stati Uniti… Insomma il Sogno Americano come tutti lo consociamo, lo possiamo rivedere in tutti gli episodi di questo eccellente telefilm.
Le casalinghe che poi non sono più disperate di quelle che lavorano, cercano in tutti i modi di “vivere più del dovuto”, cercano di superare dalle crisi matrimoniali fino a mettere a repentaglio anche la vita dei congiunti. Il telefilm è uno straordinario mix di comicità e drammaticità, ma alla fine di tutto, la verità e la giustizia vengono a galla, a volte con un po’ di ritardo, ma alla fine sarà la somma… che farà il totale.Ad ogni fine puntata, c’è una voce fuori campo che fa la “morale” ai protagonisti di quell’episodio. Non dice chi ha ragione e chi ha torto, ma mette tutti sullo stesso piano: si è vincitori e vinti spesso nello stesso istante. L’umanità vista da uno spettatore esterno fa ridere e piangere a distanza di pochi secondi.
Il tutto inizia nella cittadina ideale di Wisteria Lane, dove tra case indipendenti e bellissime si muovono non solo le casalinghe, ma anche i loro famigliari (spesso più disperati). Si inizia ridendo e scherzando, ma subito dopo si capisce che i misteri di questo borgo di provincia, sono tanti. Il mistero della giustizia terrena viene messo in discussione: omicidi che vengono attribuiti a degli innocenti, tradimenti tra amiche che possono spingere anche ad omicidi/suicidi, liti furibonde tra genitori e figli. Un falso giardino dell’Eden dove i serpenti sono più di uno.
Una qualcosa di inaudito ed estremo, se si considera il telefilm come un serie “casalinga”. Invece non c’è nulla di normale, ma solo la voglia di primeggiare sul vicino di casa e di dimostrare sempre a qualcuno che stiamo quasi rasentando la perfezione, non solo come casalinghe, ma anche come impiegati, operai e da tutti quelli che credono di… non essere disperati.
Nel vorticoso susseguirsi di quasi 200 episodi, succederà di tutto e di più: d’altronde, mettendo da parte il titolo di qualsiasi serie televisiva, quelli che ci vivono dentro sono comunque degli umani. E la differenza tra i protagonisti di questa serie ed un’altra, è minima.
Mario Ciro Ciavarella Aurelio