Mario Ciro Ciavarella
San Marco in Lamis, venerdì 23 agosto 2019 - Amore e morte. Iniziamo bene! Se poi ci mettiamo Venezia come sfondo, e allora vogliamoci male!! È molto difficile parlare di questo film: come si fa a dire ad un’ex moglie che manca poco alla morte? E perché dirlo. Per pietà? o per far chiudere un cerchio di un amore che non sappiamo quanto tempo prima nacque e con quale intensità. Infatti lui inizialmente non dice nulla di essere gravemente ammalato.
I due ex innamorati scivolano lungo calli e prendendo gondole e vaporetti, come ultimo viaggio non d’amore, però, ma come epilogo. Rivedono Venezia non come un viaggio di nozze “riparatore”, ma come un viaggio che farà riflettere sul senso dell’amore. Forse lui vuole dire tutto quello che non le disse tempo prima: quando stavano insieme e nacque un figlio. Ma adesso lei sta con un altro. Il viaggio dentro Venezia va avanti tra alterchi e momenti di riflessione: c’è ancora qualcosa tra i due? Sembra di sì.
“Anonimo veneziano” (1970) di Enrico Maria Salerno, con Tony Musante e Florinda Bolkan, è un film troppo malinconico per riuscire a vederlo fino alla fine. Si capisce fin dai primi minuti di visione che si soffre!! È una sofferenza “inutile”: non salverà nessuno dei due, dalle loro vite vissute insieme, ma non sempre. Il discorso sul matrimonio che viene citato più volte da lui: è un contratto, una truffa, un qualcosa che naturalmente non dovrebbe esserci. È quello il motivo della crisi della coppia: il matrimonio!
Dopo che tutto è stato detto, a lui non resta che dire di avere ancora poco tempo da vivere. Ed è da questo punto che la “musica cambia”: in lei qualcosa raffiora, e ama per l’ultima volta il suo ex marito. Amore e morte: un connubio che non sempre riesce a tenere le fila di un discorso amoroso. Un mistero dell’anima di tutti. Un’antitesi che difficilmente riesce a risolvere i problemi di “prima” o “dopo”, quello che è successo.
L’anonimo veneziano del titolo è una musica che lui suona per l’ultima volta, dopo che si sono lasciati per sempre. Musica anonima, come spesso lo è lo spartito di tanti amori.
Mario Ciro Ciavarella Aurelio