Mario Ciro Ciavarella Aurelio
San Marco in Lamis, venerdì 2 agosto 2019 - È difficile stabilire esattamente quando una singola canzone divenne un videoclip. Per intenderci, quei filmati musicali di tre minuti che propongono una canzone sotto forma di filmato. Agli inizi, serviva soprattutto ai cantanti “per farsi sostituire” nei programmi televisivi, mentre loro si esibivano altrove cantando dal vivo. Dal primo film sonoro, “Il cantante di Jazz” (1927) dove Al Johlson non solo recitò parlando, ma cantò la prima canzone in assoluto “uscita” da uno schermo cinematografico; fino all’era di youtube, sono passati esattamente 92 anni.
Ma tutto ebbe inizio con MTV nata il primo agosto del 1981 (esattamente 38 anni fa) negli Stati Uniti. Aprì le sue trasmissioni con un brano dei Buggles, “Video Killed the Radio Star” (il video ha ucciso le star della radio). Una dura denuncia sui canali televisivi, che all’epoca iniziavano a moltiplicarsi, e stavano sostituendosi alla radio per promuovere canzoni e i relativi cantanti.
Molti pensano che il primo videoclip della storia sia proprio questo. Invece no, forse il primato spetta ai Beatles, i quali realizzarono dei promo-clip da mandare in onda nelle varie televisioni, il tutto registrato su semplici videocassette VHS, destinate soprattutto al programma televisivo “Top of the Pops” della BBC.
Ma il primo vero video musicale ritenuto tale da molti storici della musica è “Bohemian Rhapsody” (1975) dei Queen. Girato dal regista Bruce Gowers. Il tutto venne concepito come un prodotto televisivo vero e proprio, e non come un supporto sostitutivo per i cantanti che non potevano esibirsi in studio in tale giorno e a tale ora.
In questo video sono presenti alcune caratteristiche specifiche per il futuro, di un nuovo modo di intrattenere gli spettatori. Un montaggio serrato che alterna performance live, ai primi piani effettuati con il prisma, una particolare lente della macchina da presa. Nelle parti in cui la canzone presenta effetti eco, il regista introdusse come equivalente visivo il moltiplicarsi delle immagini dei volti dei Queen. E da qui possiamo dire che inizia la storia, anche se lentamente, dei video musicali.
Nel 1977 a Lucio Battisti gli girarono quello che viene ritenuto il primo video musicale italiano, “Ancora tu”, con la regia di Ruggero Miti.
Sei anni dopo arriva quello che prima o poi doveva arrivare: il video musicale più bello di sempre, “Thriller” di Michael Jackson, regia di John Landis. E a questo punto possiamo dire che una canzone divenne un film!!
È stata una rivoluzione sia nella musica che nella produzione di video clip. Michael Jackson diventa lupo mannaro. Una straordinaria creazione artistica con contaminazione dei linguaggi: ritmo, danza e vocalità, con straordinarie riprese cinematografiche.
Oggi tutto questo appartiene alla routine di una produzione del genere, ma all’epoca, nel 1983, fu una rivoluzione. Una canzone che durava 14 minuti, trucchi ed effetti speciali mai visti prima. Ballerini di prim’ordine si esibivano con il cantante americano.
Il brano doveva intitolarsi “Starlight”, ma a Jackson non suonava bene. Anche perché la mini trama del brano parlava di un ragazzo che invitava una sua amica ad uscire ed andare in un cinema dove sarebbe successo di tutto: il film proiettato diventava realtà e il ragazzo si trasformava in un lupo mannaro con inseguimento finale fino in un cimitero.
In effetti c’era poca luce in questa vicenda. E Michael decise per “Thriller”. Da quel momento i video musicali hanno cercato di superare la perfezione di questo videoclip. Alcuni l’hanno raggiunta, per altri sono stati spesi una marea di soldi, ma non sono riusciti a superare in bellezza e concettualità il video musicale di Michael Jackson.
Adesso si sperimentano video musicali a 360 gradi, uno dei primi a provarci è stato il nostro Caparezza, “Compro Horror”. L’effetto è ottimo, il problema è che ormai per meravigliare il genere umano non sappiamo cos’altro inventarci!!
Mario Ciro Ciavarella Aurelio