Mario Ciro Ciavarella Aurelio
San Marco in Lamis, martedì 25 giugno 2019 - Quando sul teleschermo usciva la scritta in sovraimpressione: C.T. Tele Santana, pensavamo che in quei giorni in Spagna le riprese venissero fatte da una nuova rete televisiva. Considerando che in quel periodo, parliamo del 1982, le tv non solo locali, stavano sorgendo quasi dal nulla.
Però, sotto quella scritta c’era sempre il volto di un signore, Tele Santana (il proprietario della tv?), il quale spesso sbraitava dalla panchina. E nessun editore televisivo si permetterebbe di sgridare undici ragazzi che corrono su un campo da calcio. E allora capimmo che “Tele” era il nome di Santana (che era il cognome). E i ragazzi in calzoncini che venivano incoraggiati, rimproverati erano i calciatori del Brasile.
Di quel Brasile, quello del 1982, quando l’Italia vinse la Coppa del Mondo di Calcio. Zico, non vinse quell’edizione e nemmeno i suoi compagni di squadra, semplicemente perché persero contro la squadra di Conti, Scirea, Cabrini, Rossi… Ma come fu possibile che la squadra sudamericana non vinse la Coppa del Mondo? Eppure era quella perfetta, la più forte Nazionale di tutti i tempi.
Il quesito rimane ancora valido a distanza di quasi quarant’anni. E pensare che in panchina c’erano calciatori del calibro di Roberto Dinamite, Serginho Culapa, Pedrinho, Leandro ed altri. Il calcio è strano, checché ne dicano i cosiddetti “esperti del settore”: è comunque un discorso di “tirare calci ad un pallone”. Non è né matematica, né fisica e nemmeno… Scienze Motorie.
Se quell’incontro tra Italia e Brasile fosse stato replicato qualche giorno dopo, può darsi che il Brasile lo avrebbe vinto con 3-4 gol di scarto. C’è da dire che la nostra nazionale dopo le tre partite del proprio girone, non brillò nel modo più assoluto. Si qualificò per differenza reti e poi dovette incontrare l’Argentina e il Brasile, battendole entrambe.
Al Brasile bastava il pareggio per superare il turno, ed è stato forse proprio per questo motivo che i brasiliani sottovalutarono l’incontro contro l’Italia, avendo a disposizione due risultati su tre. Eppure avvenne il Miracolo Italiano.
All’epoca i giocatori stranieri, compresi i brasiliani, erano poco conosciuti, se non di nome. Le immagini televisive non viaggiavano come oggi: possiamo vedere in diretta qualsiasi incontro di tutti gli sport. Ma le loro gesta venivano raccontate con enfasi dai giornalisti sudamericani: Eder segnava direttamente da calcio d’angolo(!?), Zico era più forte di Pelè(!?), Socrates era il regista più forte di tutti i tempi(?!), Falcao era il centrocampista che poteva giocare anche in attacco e in difesa(!?), Dirceu era al suo terzo mondiale e ne avrebbe giocato un quarto(!?), i giocatori in panchina potevano formare un altro Brasile con lo stesso potenziale dei titolari(!?)
Solo del portiere non si sapeva nulla. Un certo Valdir Peres, sfortunato giocatore che è scomparso due anni fa all’età di 66 anni. E’ stato lui che nel 1982 “aiutò” l’Italia a far vincere quel Mondiale, battuto per tre volte da Paolo Rossi. Dopo quell’anno, il Brasile capì che “il mestiere poco felice” di portiere, doveva essere insegnato ai ragazzini delle future generazioni: e da lì a poco arrivarono Julio Cesar, Dida, Rogerio Ceni, Claudio Taffarel.
Valdir Peres venne scelto dal c.t. del Brasile poiché sapeva parare i rigori. Strano che nel mondiale del 1982 i brasiliani dei rigori non sentirono la mancanza: vinsero sempre, prima di essere sconfitti dall’Italia, senza farsi “aiutare” dai rigori. Destino crudele.
Alla fine, per la disfatta, si diede la colpa al portiere! È sempre stato così!! Quando i giocatori non segnano o non riescono a fare un gol in più rispetto agli avversari, la colpa è sempre del portiere. Il Brasile del 1982 è stato senza dubbio il più forte di sempre, anche di quello del 1970, quando c’era Pelè. La rosa dei giocatori del mondiale spagnolo faceva veramente impressione, quasi tutti quei calciatori dopo il Mondiale, vennero a giocare in Italia, e nessuno di loro si rivelò un acquisto sbagliato.
Zico e Edinho giocarono nell’Udinese, Socrates nella Fiorentina, Junior nel Torino, Falcao e Cerezo nella Roma… ma qui parliamo del Campionato Nazionale più bello del Mondo, e i più forti vennero a giocare in Italia da tutto il Mondo. Un milione di anni fa…
Mario Ciro Ciavarella Aurelio