Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, lunedì 17 giugno 2019 -  Quando si ruba qualcosa di sacro, si può chiedere un riscatto superiore… alla media? E il derubato ha il dovere morale e soprattutto spirituale di cedere al ricatto, pagando il tutto senza dover nemmeno contrattare? Avere tra le mani un qualcosa che trascende la materia o che comunque  ha poco di terreno e molto di soprannaturale, può far rivedere tutta la faccenda mettendo in primo piano comunque il recupero della straordinaria  refurtiva?

 

 Non vorrei essere nei panni di coloro che trafugano oggetti sacri, reliquie  appartenute a santi e che vengono venerati da milioni di fedeli di tutto il mondo: mi sentirei come colui che ha martirizzato quel santo. Togliendogli ancora una volta la vita, uccidendolo due volte, e privare quel corpo santo di qualcosa che faceva parte del suo corpo. Come la lingua.

 Sant’Antonio da Padova, era famoso soprattutto come predicatore, uno straordinario oratore che più di una volta ha dovuto affrontare di rettamente gruppi di eretici come gli Albigesi, “battendoli” con una  profonda dialettica basata su argomenti chiari e semplici.

 La lingua. Quella di Sant’Antonio è forse la reliquia più conosciuta tra i santi cattolici. Ed è stato proprio questo organo così importante per un uomo di fede, ad essere stato ritrovato incorrotto dopo la morte, nel 1263, insieme alle corde vocali del santo. E ritrovarli ancora incorrotti molti anni dopo, nel 1982. Integri, quasi pronti a riprendere la parola per diffondere il Vangelo.

 Con questa straordinaria premessa, chi oserebbe rubare cotanta reliquia? O dei pazzi o gente che non crede in dio. Oppure dei ladri improvvisati che in un momento di un’incredibile coincidenza, quasi senza volerlo, si ritrovano tra le mani la Lingua di Sant’Antonio!!  

 E ora? Cose se ne fanno? Infatti non lo sanno nemmeno loro come gestire questo strano furto. E soprattutto come e di quanto deve essere il riscatto. Tutta questa strana situazione la si può gustare nel film “La Lingua del Santo” (2000) di Carlo Mazzacurati, con Antonio Albanese e Fabrizio Bentivoglio. Alle autorità ecclesiastiche che non gliene frega niente!! di pagare  il riscatto, la strana situazione viene invece risolta da un ricco industriale veneto: il riscatto viene pagato e i due ladri per caso scappano. Ma fino ad un certo punto.

 Tra sogni in cui Sant’Antonio si manifesta e la coscienza che parla tanto  nella mente dei due balordi, qualcosa cambia alla fine del film. Quando c’è di mezzo la parte spirituale di noi, non sempre il ladro è ladro, e le istituzioni fanno le istituzioni. La coscienza umana è talmente complessa che spesso non riusciamo più a mettere su un piedistallo cosa viene prima e cosa dopo. Se prima il Dubbio o il Denaro.

 Un film da vedere (senza dubbi…)  

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio