Redazione
San Marco in Lamis, martedì 11 giugno 2019 - Difetto di notifica questo il motivo legale che ha fatto slittare al 15 luglio il processo per la strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017 in cui furono uccisi il boss Mario Luciano Romito, il cognato Matteo De Palma e due innocenti agricoltori Luigi e Aurelio Luciani che si trovarono casualmente sulla strada dei killer. Annunciata la richiesta di costituzione di parte civile dei familiari delle vittime, tra i quali la sorella di Romito, del comune di San Marco in Lamis e della Regione Puglia.
Unico imputato Giovanni Caterino, arrestato nell'ottobre dell'anno scorso con l'accusa di aver fatto da palo ai sicari. già nei giorni precedenti aveva pedinato Romito per raccogliere informazioni sui suoi spostamenti. Del commando avrebbe fatto parte anche Saverio Tucci, ucciso in Olanda due mesi dopo la strage scaturita secondo gli investigatori dalla rivalità tra i clan Romito e Li Bergolis.
La data, nella quale era fissata la prima udienza del processo a carico di Giovanni Caterino, presunto basista della strage di San Marco in Lamis, rappresentava da una parte il primo passo del percorso verso quella verità e quella giustizia tanto desiderata; dall’altra parte, l’inizio di momenti difficili, in cui si sarebbero rivissuti - attraverso racconti, prove tecniche ed ipotesi investigative - i momenti che hanno portato alla morte dei fratelli Luigi e Aurelio Luciani, assassinati nella mattina del 9 agosto del 2017 dopo l’esecuzione del boss di Manfredonia Mario Luciano Romito e del cognato e autista Matteo De Palma.