Mario Ciro Ciavarella Aurelio
San Marco in Lamis, mercoledì 5 giugno 2019 - Il bello dei fumetti e delle storie inventate in genere è che possiamo scrivere e vivere tutto quello che vogliamo. Senza limiti di immaginazione e di fantasia. Immaginare personaggi e storie e farle a nostra immagine e somiglianza. Dove la logica non deve esistere!!
Dire tutte le bugie del mondo, non essere credibili e soprattutto rendere credibili storie incredibili!! Se non facessimo così, la vita sarebbe sempre quella: senza novità e senza viaggi astrali fatti con la mente.
C’è un fumetto, pubblicato nel 1978, che batte di gran lunga come fantasia le storie di tutti i supereroi messi insieme. Si tratta di un incontro di pugilato tra Cassius Clay e Superman. Più fantasia di così??
E il bello è che il pugile riesce a battere il supereroe. Però c’è una “logica” in tutto ciò. L’incontro non si svolge sulla terra, ma su un altro pianeta: su Bodace, che orbita attorno ad un sole rosso. E non vivendo in quel momento sulla terra, Superman non ha più i suoi superpoteri per via delle radiazioni solari (che però non danneggiano Cassius Clay, mah…) e quindi combatte contro il pugile in versione… Clark Kent, timido e debole, però sempre con la divisa da Superman.
Tutta questa storia inizia perché c’è un alieno, Rat Lar, che vuole capire chi è il più forte sulla terra, e quindi farlo poi combattere contro il più forte campione degli Scrubbs, il popolo governato dal suddetto alieno Rat Lar.
Se nessun terrestre si fosse presentato volontario a questo incontro per capire chi è il più forte del nostro pianeta, l’alieno Rat Lar avrebbe distrutto la terra(??!!)
E chi furono i due contendenti che si presentarono come volontari per salvare la nostra terra?? Cassius Clay e Superman!!! Insomma, una storia senza né capo e né coda. Il fumetto è salvato artisticamente dalla genialità del disegnatore Neal Adams, che esprime al massimo la sua bravura nel far incontrare i pugni dei due sfidanti.
Cassius Clay ha corso il rischio più volte di morire durante la sua vita, soprattutto sul ring. Ma anche di morire moralmente, nel senso che rischiò di finire in carcere per 5 anni per essersi rifiutato di svolgere il servizio militare. Per questo rifiuto gli venne tolto il titolo di campione del mondo dei pesi massimi e la licenza di combattere da parte della federazione pugilistica statunitense.
Il suo rifiuto era soggetto al fatto di essere musulmano e quindi contrario alle guerre. Era con un piede nel carcere, poi la Corte Suprema degli Stati Uniti revocò il verdetto, e Cassius restò liberò. Cambiò il suo nome in Muhammad Alì anche perché il nome Cassius era tipico degli schiavi negri e lui non voleva essere ricordato con un nome di uomo non libero.
E infine lottò contro il Parkinson (altro che Superman) dal lontano 1984. E vinse anche quell’incontro, anche se alcuni anni fa morì, decesso non dovuto alla patologia. Vinse l’incontro contro la malattia perché comunque visse, viaggiò, riuscì a portare la sua esperienza di pugile in tutto il mondo, fondò associazioni benefiche, incontrò i più grandi della terra per spiegare cosa fosse la sua malattia e sensibilizzare la ricerca.
E battè anche Superman. Ma quella vittoria scritta su un giornalino non la ricorda nessuno… fu una vittoria troppo facile.
Ciao Cassius, e continua a tirare pugni anche dove sei adesso!!
Mario Ciro Ciavarella Aurelio