Mario Ciro Ciavarella Aurelio
San Marco in Lamis, lunedì 11 febbraio 2019 - Quando un fatto soprannaturale certo o presunto viene a galla, la prima constatazione è quella di sapere se ci sono state delle persone guarite. Alla fine lì va a finire tutto il discorso. Nel miracolo. L’ordinarietà non ci interessa. Vogliamo lo straordinario, l’inspiegabile, qualcosa che non abbiamo mai visto prima. Ed è questo il bello della vita: i miracoli. Solo allora sappiamo di vivere per un motivo ben preciso: dopo ci sarà ancora qualcosa.
Non voglio fare un elenco di fatti e misfatti che hanno caratterizzato soprattutto la nostra Italia, quando si parla di prodigi e di statue della Madonna che piangono. Ma voglio soffermarmi su una serie televisiva che è andata in onda fino a pochi giorni fa su Sky, “Il miracolo”. La storia potremmo dire che è sempre quella, nel senso che viene ritrovata una statuetta della Madonna che piange sangue per una quantità di 9 (nove) litri all’ora!!! Un prodigio inspiegabile mai visto prima, e per sicurezza quella statuetta viene messa… in una piscina!!
Il fatto straordinario è noto anche al premier, che giustamente è stato messo a conoscenza di tale evento. Da quel momento in poi, tutti i protagonisti di questa storia avranno a che fare con risvolti mai visti prima. E ogni volta che gli eventi cambiano le loro esistenze, proiettano il tutto alla presenza di quella quantità infinita di sangue versato dalla statuetta.
Ora, consideriamo che i personaggi di questa serie televisiva non fossero a conoscenza di tale miracolo, ma i cambiamenti delle loro esistenze comunque ci sono stati, cambierebbe qualcosa in queste persone? Voglio dire: di quanto cambierebbe in ognuno di noi la nostra vita se vedessimo una statua della Madonna piangere sangue? E poi, quegli eventi personali li collegheremmo immediatamente al fatto di essere stati dei testimoni di tale evento? La situazione si complica…
Diamo per scontato che i miracoli esistano, allora perché non crederci tutti i giorni che prima o poi succederà di nuovo? Che potremmo trovarci davanti, da un momento all’altro, a dei paralitici che camminano. Tutto ciò non dovrebbe sorprenderci: ad un certo punto potremmo considerare le guarigioni straordinarie, ormai ordinarie. Forse dipende da noi se esistono i miracoli: se ci crediamo sì, se non ci crediamo, no!