Mario Ciro Ciavarella
San Marco in Lamis, lunedì 9 aprile 2018 - Quella del titolo è la frase con la quale un improbabile “provinatore” di attrici (soprattutto) diceva quando invitava aspiranti divi durante il Ventennio a sedersi davanti ad una cinepresa per essere ripresi. E magari recitare anche una veloce battuta, come: “Ti ho aspettata per tanti anni, e ora è troppo tardi…”
E tutto questo, e molto altro, lo si può vedere nel film di Giuseppe Tornatore, “L’uomo delle stelle”, con Sergio Castellitto. In realtà erano delle foto segnaletiche, non inviate alla Polizia, ma che forse venivano mandate a Cinecittà per cercare “volti nuovi per il cinema”.
Dalla ripresa televisiva alle foto segnaletiche, il passo è breve. Non nel senso che gli attori poi diventavano dei criminali, ma nel senso che alcuni personaggi famosi hanno fatto proprio questa trafila: dalla notorietà sociale (definiamola così) a quella legale. O viceversa.
Benito Mussolini, Filippo Turati, Giacomo Matteotti, Luigi Longo, Palmiro Togliatti, Alcide De Gasperi, Sandro Pertini, Valerio Morucci, Mario Moretti, Barbara Balzerani, Totò Riina, Raffaele Cutolo, Renato Vallanzasca, Ali Agca e tanti altri, hanno in comune che sono tutti stati schedati. Tutti volti noti al grande pubblico.
Così come le loro impronte digitali (nella foto quelle di Totò Riina), e tutto questo andrà in giro per l’Italia come se fosse un’attrazione turistica. “Storia d’Italia nelle segnaletiche”. Questo il titolo di una mostra itinerante che partirà a breve da Roma per poi toccare molte città italiane.
Sapete qual è il problema di questa iniziativa? Vedendo queste foto e non conoscendo un minimo di storia della nostra penisola, facilmente si accosterà il vissuto di Pertini con quello di Riina. Le foto segnaletiche non danno scampo: sei stato schedato e quindi qualcosa anche se non grave l’hai commesso.
Adesso, come si fa a spiegare, soprattutto ai giovani, il perché e la differenza della schedatura del Presidente Pertini da quella del mafioso Riina? Non è impresa semplice. Anche perchè la Storia può essere letta e interpretata come si vuole, in un modo che a volte può essere soggettivo.
Avere delle idee politiche, ma anche di altro genere, potrebbe far sorgere in molti di noi dei dubbi: anche se Pertini divenne il Presidente più amato degli italiani, perché tanti anni fa venne incarcerato? E da questo quesito dovrebbe partire una lunga ed esauriente storia della vita di Pertini per spiegare tutto in modo preciso.
Dico questo perché, spesso molta gente viene attratta soprattutto dalle immagini e poco dal contenuto. Penso che questa iniziativa della mostra itinerante delle foto segnaletiche, non sia così essenziale da allestirla assolutamente. Si potrebbe evitare.
Le foto segnaletiche con l’aggiunta delle impronte digitali non aggiungono nulla a quello che è stato detto e fatto dagli italiani di cui sopra. È sufficiente aprire dei libri di storia dove tutto è scritto e corredato con le foto giuste: i buoni con abiti civili, e i cattivi anche senza le loro foto segnaletiche. È sufficiente poi leggere le didascalie che ci sono sotto ogni foto: lì sono scritti vizi e virtù di tutti i personaggi della nostra Italia.
Soundtrack: “Fotografie” - Pooh
Film recommended: “One hour photo” con Robin Williams
Mario Ciro Ciavarella