Antonio Del Vecchio
San Marco in Lamis, giovedì 5 aprile 2018 - Perché non intitolare a Pasquale Soccio, l’Istituto scolastico “Itet” di Lucera? E’ la domanda – risposta che si pongono in molti a commento delle riflessioni di uno scritto, a firma di Massimiliano Monaco, apparso in questi giorni su Lettere Meridiane, il noto Blog di Geppe Inserra. E questo per via di una proposta di nuova intitolazione di una scuola tecnica di Lucera. Il riferimento è all’Itet (l'Istituto Tecnico Economico e Tecnologico, fondato nel 1924) .
Istituto che porta il nome di Vittorio Emanuele III, che ne ha voluto la nascita, per compensare la città dell’avvenuta perdita del Tribunale a favore di Foggia. La modifica di denominazione, pare sia sostenuta dalla dirigenza della stessa scuola e da altri, per il fatto che il Re sarebbe reo di aver consegnato il Paese a Mussolini e promulgato le sue note leggi razziali. Questo si scontrerebbe, però, con altri fatti positivi di cui fu protagonista il Savoia. Per esempio, la dichiarazione di guerra contro l’Austria nella prima Guerra Mondiale, la destituzione del duce nel Luglio 1943, e poi l’arresto di Mussolini, la nomina del I governo Badoglio , l’armistizio dell’8 settembre con il contestuale avvicinamento alle Forze Alleate fino alla Liberazione e poi all’abdicazione nel maggio 1946 in favore del figlio Umberto I, ecc.
Per il cambio di intitolazione si fa il nome di Donato Menichella (originario di Biccari), grande economista del secolo scorso e governatore della Banca d’Italia. Chi scrive, sarebbe d’accordo di lasciare le cose come stanno, ossia l’intitolazione al suddetto re soldato. E questo per rispetto della storia, lasciando da parte il senno di poi e le visioni ideologiche. Solo così possiamo capire e combattere le idee sbagliate e non con l’antistorica damnatio memoriae ossia la cancellazione di quanto è accaduto dalla memoria collettiva, permettendo così di strumentalizzare le vicende a proprio piacimento.
Nell’impossibilità di fare questo, sarebbe opportuno, come molti sostengono, il nome di Pasquale Soccio (1907- 2001), sommo letterato, storico e filosofo tra i più in vista e prolifici del Novecento italiano. Intesse rapporti di amicizia e stima reciproca con Benedetto Croce, Ungaretti, Bacchelli ed altri uomini di statura del suo mondo. Su ciò ne uscìrà postumo il v. “Incontri Memorabili” (2001). Studioso di Vico, ha curato l’Antologia Autobiografia, Poesie, Scienza Nuova, 1983; Penso, dunque invento, 2001. Come storico, Unità e Brigantaggio, 1969. L’opera che lo reso celebre, fu “Gargano Segreto”, 1965, giunto alla 4e. nel 1999. A Lucera il grande scrittore, era di casa.
Infatti, fu per lungo tempo preside del glorioso Liceo Classico “Ruggero Bonghi” ed animatore incallito di incontri culturali di alto spessore. Fu amico stretto del lucerino Gaetano Gifuni, ministro più volte, segretario generale del Senato e della Presidenza della Repubblica. Altresì, ebbe un legame fraterno con Arturo Palma di Cesnola, noto archeologo preistorico e studioso di Grotta Paglicci, a cui dedicò parecchi suoi scritti. Anche quest’ultimo, di ritiene lucerino, per via della madre, appartenente alla nobile famiglia De Nicastri. Non a caso al Soccio, per tutti questi meriti di stima e di considerazione, fu conferita la cittadinanza onoraria lucerina.
E poi amò, riamato, l’intera Capitanata. Dimorò stabilmente, durante il suo pensionamento, nel Capoluogo, ad eccezione degli ultimi anni di vita, allorché per via della sua cecità completa e le gravi condizioni di salute fu costretto a rientrare nel suo paese natale, dove, alcuni anni dopo, concluse la sua esistenza terrena (4 febbraio 2001).