Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, sabato 24 marzo 2018 -  Carcere dolce carcere.  Non è un desiderio italico quello di stare in carcere per vivere meglio. Anche se molti pensano che nelle carceri italiane il sovraffollamento non potrebbe essere un problema: basta che passino vitto e alloggio gratis. Ma il desiderio di passare anche più di un anno in carcere non è voluto dai nostri cittadini, ma da quelli giapponesi, che non vedono l’ora di fare anche una piccola rapina, per essere catturati e messi in prigione.

 Non è un desiderio di tutti i nipponici, quello di finire dietro le sbarre, ma solo di quelli anziani. Da quelle parti si va in carcere anche se si ruba un ventaglio, un dentifricio e qualsiasi altro oggetto di poco valore. Ed ecco la grande idea dei vecchietti del Sol Levante: rubare quel tanto che basta per essere accolti, nel vero senso della parola, nelle proprie carceri.

Lo Stato li ascolta e, per venire incontro alla crescente popolazione carceraria over 65, costruisce nuove prigioni di qualità: meglio di tanti ospizi. Ma perchè tanti vecchietti giapponesi preferiscono il carcere alla libertà? Perché dentro si vive meglio insieme ad altra gente che trovano sul posto. In pratica: vitto, alloggio e nessuna solitudine.

Ascoltando le esigenze di quelli che già hanno commesso questi reati per essere incarcerati, molti lamentavano che là fuori si soffriva soprattutto la solitudine, oltre la povertà. I giapponesi sappiamo   essere cordiali, e non vogliono uscire fuori dal giro della società prima del tempo.

Pensandoci bene, una notizia del genere non la si è mai sentita. E allora, come mai solo in Giappone si sta così bene nelle carceri? E poi, perchè solo lì si viene puniti   con la prigione anche se i reati non sono assolutamente gravi?

Non sono terrestri!!! Potrebbe essere la risposta. Vengono da un altro mondo, dove quello che è scritto è scritto! Si ruba, si va in carcere! Prendono tutto alla lettera.

Sul loro pianeta, dove vivevano prima, erano abituati così. Poi, forse, qualcosa è cambiato. Avrà governato qualcuno che non rispettava più le leggi, comprava senatori e deputati pur di campare politicamente, legiferava per i propri interessi e magari firmava patti su patti con i giapponesi, sempre quando stavano su quel pianeta.

Poi, qualcosa sarà cambiato, e allora i nipponici sono sbarcati sulla terra, in quell’isola. Un po’ lontani da tutti. E hanno continuato con le loro vecchie abitudini di tanto tempo prima. Carceri modello, chi sbaglia paga, solidarietà ai diseredati e tutto ciò che nel resto del nostro pianeta non esiste.

Qualcuno dice che dall’Italia alcuni politici partiranno  per l’estero dopo le ultime elezioni, e speriamo che la loro meta non sia proprio il Giappone dove potrebbero governare (corrompendo politici…) Se così fosse, ci sarà un ritorno in patria dei nipponici, sul loro pianeta di origine.

Facciamo di tutto per non farli ripartire: potrebbero insegnarci il loro modo di vivere.

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Mario Ciro Ciavarella