Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, venerdì 16 marzo 2018 -  Quando venne ritrovato il corpo di Aldo Moro 40 anni fa a Roma, nella giornata di oggi, capimmo che non c’era più nulla da fare, da parte di tutti: le istituzioni litigarono tra di loro su come comportarsi con i terroristi dopo il rapimento dello statista, e i terroristi che non sapevano come comportarsi con il resto d’Italia. Presero la decisione di ucciderlo: non sapevano come uscirne. A quel punto le Brigate Rosse non sapevano come mettere fine a quella storia, per loro uscire da quella situazione era la priorità, non potevano “trattenere” Aldo Moro per altro tempo.

 Ucciderlo avrebbe messo l’ultima parola a quell’azione rivoluzionaria che potesse dare una “logica” al rapimento e alla conseguente esecuzione. Il corpo venne fatto ritrovare nel centro di Roma, in pieno giorno, tra le sedi della Democrazia Cristiana e quella del Partito Comunista.

Come dire: “Il corpo è vostro, metà ciascuno, l’anima non lo sappiamo. L’anima forse vagherà in cielo prima di essere destinata chissà dove. Firmato Brigate Rosse”. Un messaggio ipotetico, mai inviato a nessuno da parte dei brigatisti.

Però poteva starci come messaggio finale, per mettere la parola fine al momento più buio della nostra Repubblica. Iniziata un decennio prima con i primi moti giovanili ispirati a quelli di Parigi, alla Sorbonne.

Il corpo di Aldo Moro sembra il Cristo della Pietà di Michelangelo, non è sul grembo della Madonna, ma è appoggiato nel bagagliaio di una Renault 5; il modo flessuoso in cui è adagiato fa sembrare il suo corpo appena deposto dalla croce, al posto di trovare la madre, ha trovato gli occhi di tanti italiani che venivano coperti con le mani, e lì rimanevano le mani, sugli occhi perché non c’era molto coraggio nel vedere quello che l’Italia non era riuscita ad evitare.

L’anima di Moro si è trovata in quel momento in un posto dove i terroristi e gli uomini di legge non esistono, è un luogo dove la vita e la morte hanno lo stesso valore. Poichè ancora non viene deciso, in quel posto, chi e quando deve ancora nascere: un limbo primordiale. È un luogo lontano dal nostro modo di concepire la logica. L’anima di Moro appena estinta viveva in un limbo atipico: fuori dalla logica del mondo. Così come avviene per tutte le morti che avvengono quando non è ancora la loro ora.

È un’anima, quella di Moro, che si chiede il perché di una morte che in fondo non ha risolto i tanti problemi degli italiani: i politici continuano a non essere capaci di governare, e gli italiani che continuano a non capire chi scegliere per farsi governare.

Una morte inutile. Se Aldo Moro fosse stato salvato, come venne fatto con altri politici, avremmo dimostrato a noi stessi di essere capaci di far “risorgere” uomini già dall’altra parte della vita. Avremmo avuto più autostima, scegliendo in futuro politici migliori, e anche gli italiani sarebbero migliorati. Con le loro anime.

 Soundtrack: “Futura” - Lucio Dalla

Book recommended: “La notte della Repubblica” di Sergio Zavoli

 

Mario Ciro Ciavarella