Antonio Del vecchio

San Marco in Lamis, venerdì 16 marzo 2018 -  Si fa più intensa e a distanza ravvicinata, per via del procedere scolastico, la stagione teatrale all’II.SS. “Giannone”, a San Marco in Lamis. Ad andare di scena questa volta è la Bisbetica Domata, commedia in cinque atti  di William Shakespeare. Il sipario si alzerà, mercoledì 21 marzo,  alle ore 21.00 in punto. La riduzione – traduzione  ed adattamento dell’opera si deve a Francesco Niccolini, mentre la regia è di Tonio De Nitto e le musiche sono di Paolo Coletta.

 La parti saranno interpretate dagli attori Dario Cadei, Ippolito Chiarello, Franco Ferrante, Antonio Guadalupi, Filippo Paolasini, Daria Paoletta, Luca Pastore e Fabio Tinella.  La storia è ambientata a Padova; racconta di due sorelle figlie di un ricco Signore, la prima di nome Caterina è la “bisbetica”, un tipo assai scontroso, che cerca marito. Alla fine lo trova in Petruccio. Quest’ultimo all’inizio lo fa per soldi, ma dopo pian piano s’innamora. La sorella Bianca, assai corteggiata per la sua manifesta bellezza e sfrontatezza, alla fine esce di scena. Era il tempo dei matrimoni di affare e posizione che li combinavano le famiglie. Raramente c’entrava l’amore.

Per cui i ricchi e i nobili sposavano i loro pari, per conservare il patrimonio, specie  i primogeniti (legge del maggiorasco). Così pure si accoppiavano i poveri e i derelitti, ma lo facevano con qualche pizzico di amore in più, dovuto all’istinto della sopravvivenza e della conservazione della specie. L’epoca in cui viene composta la commedia è quella elisabettiana, in cui visse Shakespeare. L’autore, con La bisbetica domata, mettere a nudo il ruolo svolto dalle donne del tempo, analizzandone  la psicologia femminile con grande abilità. La figura della protagonista (Caterina) mostra i conflitti di una donna sposata, costretta a vivere tra il suo modo di essere e i doveri di moglie con coraggio e fermezza col marito Petruccio.

Per lo più l’autore considera le donne superficiali e civette, intende sul come catturare l’attenzione dell’uomo e poco propense ad accettare l’amore vero. Quindi, è costretta a camminare su due piano, l’uno quello della sincerità e dei sentimenti, l’altro su quello della forma e dell’apparenza di facciata. Da qui il ricorso speso all’antidoto, che a torto viene considerato tradimento. Altresì, Shakespeare, con questa commedia, vorrebbe dimostrare che il tipo di donna come Bianca, al contrario della protagonista, è quella da amare e da sposare, in virtù del suo carattere remissivo e ben educato.

Nel contempo, critica anche il ruolo degli uomini, specie quello del padre delle ragazze, che considera le figlie come merce di scambio e punta sul buon partito. Sono modi di essere e concezioni che appartengono alla natura umana e persistono ancor oggi, nonostante la libertà dell’uomo-donna abbia raggiunto il suo apice sul piano normativo.  Femminicidi docent!