Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, giovedì 25 gennaio 2018 -  Guardate bene la foto di quest’articolo. Guardate lo sguardo delle due nostre cuginette che scrutano verso la macchina fotografica. Loro sanno benissimo che le stanno fotografando (non sono mica fesse come pensiamo noi), e sanno benissimo che quella foto verrà vista da miliardi di persone.  Sapete cosa stavano pensando in quel momento? Stavano pensando  semplicemente che tra poco tocca a noi!!!! Eh, sì.

 Tocca a noi umani  esseri clonati. Ormai la strada è stata tracciata. Non dimentichiamoci che con gli scimpanzé abbiamo meno del 2% del DNA diverso. In pratica siamo molto, ma  molto simili. Diciamo uguali, facciamo prima.

 E con le banane abbiamo un buon 50% di DNA uguale!! In principio fu la pecora Dolly, 20 anni fa. E adesso sono arrivate Zhong Zhong e Hua Hua, le prime due scimmie al mondo clonate con la tecnica della pecora Dolly. Il tutto è avvenuto in Cina, l’esperimento apre alla possibilità di ridurre il numero di primati usati nella sperimentazione animale.

 Non andiamo nei particolari della tecnica usata, ma l’aspetto che ci interessa è che in un futuro non molto lontano, le copie di noi umani saranno, diciamo, alla portata di mano. Potremmo avere dei pezzi di ricambio per il nostro corpo, da prendere quando “la copia originale” di ognuno di noi si ammala.

 Forse non si arriverà a tanto, per ora, anche se tecnicamente sarà possibile, ma l’aspetto più interessante è che si potrà avere il patrimonio genetico modificato, patrimonio che si potrà anche trasmettere a figli e nipoti.

 Dimentichiamoci, sempre per ora, di avere un armadio dove conservare  tutto “l’abbigliamento umano” utile per andare incontro quasi all’eternità, grazie ai nostri cloni. Quando la scienza progredisce in un modo così veloce e “pericoloso”, subito si fanno avanti gli etici, i moralisti, e tutti quelli che indossano delle divise con strani simboli, e tutti quelli che credono che la scienza ad un certo punto si debba fermare.

 Scusate, la scienza si deve fermare in che senso?? È come se ad un certo punto della creazione, qualcuno di noi si fosse ribellato alla natura dicendo: “Ora basta a creare, stai generando specie che non hanno senso: l’ippopotamo a che serve??”

 Ecco, è quello che adesso qualcuno dirà agli scienziati che hanno “elaborato” le due scimmie: “Ma cosa vi siete messi in testa? Volete forse sostituirvi a dio??”

 Come quando un papa, non ricordo quale, vedendo il primo treno a vapore in movimento disse che quella cosa era opera del demonio, poichè… era troppo veloce. Purtroppo con ragionamenti del genere stiamo andando indietro nel tempo e nello spazio. Spazio inteso come restringimento delle menti.

 Cerchiamo di ragionare, cerchiamo: ma secondo voi, l’uomo può sostituirsi a dio?? Se l’uomo riuscisse a fare quello che dio normalmente  fa, allora dio non è dio; e non è nemmeno un essere onnipotente, se alcuni scienziati riescono a copiarlo!! Abbiamo ragionato? Bravi!!

 Le cosiddette menti eccelse, quelle che sanno cosa è bene e cosa è male, in questi casi sono menti confuse. Sono menti che hanno paura di ciò che non conoscono. Le cosiddette menti eccelse spesso non sanno, poiché  vivono da sempre rinchiuse nelle loro convinzioni, avendo letto solo libri che ritengono sacri.

 Se Galileo, Giordano Bruno, il chirurgo Christiaan Barnard, e tanti altri che hanno avuto il coraggio di andare contro “le menti eccelse”, non avessero fatto e detto ciò in cui credevano, staremmo ancora con l’anello al naso e con il gonnellino fatto di banane.

 Le cugine scimmiette appena clonate tra poco verranno a stringerci la mano presentandosi, e magari esibendo anche una rudimentale carta di identità. Come dire: “La pecora venne clonata, le scimmie pure, e adesso tocca a voi umani. Considerato che facciamo parte tutti del creato allo stesso modo. E voi umani, sappiate che non avete nulla di così diverso da noi. Firmato le cuginette  Zhong Zhong e Hua Hua”

 Soundtrack: “Il gorilla” - Fabrizio De Andrè

 Film recommended: “L’esercito delle 12 scimmie” di Terry Gilliam

 

Mario Ciro Ciavarella