Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, domenica 21 gennaio 2018In effetti è difficile accettare di morire e di dover lasciare su questa terra degli affetti ancora molto forti. La sensazione che si ha di quando le speranze sono ormai finite, è quella che sembra che non tutto sia stato fatto, compiuto. Anche se non si tratta di persone, ma di animali. L’amore verso un cane, per esempio, è senza dubbio forte come quello che si possa provare per un essere umano. Non sottovalutiamo la coscienza e le sensazioni che anche tanti mammiferi hanno.

  Anzi, spesso siamo noi umani a non essere riconoscenti verso i nostri amici a quattro zampe, come lo sono loro nei nostri confronti. E il “troppo” amore verso un cane potrebbe portarci a chiedere di andare via per Altrove insieme a lui, il cane di una vita.

 In pratica c’è chi chiede di uccidere il proprio cane appena il padrone morirà, in modo tale che l’animale non possa rimanere da solo e chissà in quali condizioni.

 È questa la richiesta fatta dall’attore francese Alain Delon: «Quello che so è che non lo lascerò da solo», ha detto, «se dovesse morire prima di me, cosa che spero, non ne prenderò più altri. Se morirò io prima di lui, chiederò al veterinario di lasciarci andare insieme. Gli farà una iniezione letale in modo che se ne vada tra le mie braccia. Preferisco così piuttosto che sapere che morirà sulla mia tomba con tanta sofferenza». 

 È questa la testuale dichiarazione fatta dall’attore che non vuole in nessun modo lasciare in balia degli eventi il suo cane Loubo. Vuole in pratica che venga fatta al suo  cane “di fine vita” l’eutanasia.

 E ora nascono i problemi. Ma come si fa a praticare l’eutanasia ad un animale se questi non è consenziente?? Può darsi pure che il cane Loubo sia d’accordo con il suo padrone Delon, ma come facciamo per saperlo??

 Il caso potrebbe fare, come si dice in questi casi, Giurisprudenza. Sono quei casi in cui ci si confronta per la prima volta e da quel momento è come se la strada venisse tracciata per casi successivi uguali o simili.

 Gli animali capiscono le sensazioni dei loro padroni, non è solo un fatto di intuito, ma anche di coscienza vera e propria, molto simile a quella umana. Non sottovalutiamo gli animali in tal senso. Non è detto che siamo migliori di loro.

 Immaginiamo il cane Loubo che ascolta il suo padrone spiegandogli le sue intenzioni: “Caro amico a quattro zampe Loubo, devi capire che tu senza di me non puoi vivere. Dopo la mia morte come farai a sopravvivere per strada o magari in un canile dove nessuno ti conosce? Avresti solo un vita difficile e dura: una vera e propria vita da cani come mai hai provato. Quindi, se io morirò prima di te, tu vai dal  veterinario che già sa tutto e preparati a seguirmi in quel posto straordinario chiamato Aldilà”.

 A questo punto Loubo dovrebbe scodinzolare, come dire: “Ok, hai ragione tu”. Oppure dovrebbe abbassare la testa, come dire: “Non sono d’accordo”.

 E io sono certo che una delle due risposte senza parole, il cane di Delon la darà. Ne sono certo. I cani, soprattutto quelli che hanno vissuto una vita con gli umani, condividendone gioie e dolori come se fossero dei loro figli, capiscono fino in fondo i problemi degli uomini.

 E se ne fanno carico, statene certi che se ne fanno carico. E se Loubo scodinzolerà alla spiegazione fatta dall’attore al suo cane, il veterinario è pregato di mettere fine alla vita del cane.

 Se invece il cane Loubo a quelle parole abbasserà la testa, che nessuno tocchi Loubo. Quell’abbassamento di testa significa: “No!!” Il cane di Delon vuole ancora vivere anche senza il suo padrone.

 Lasciamo almeno ai cani decidere cosa farne delle loro vite, in certi momenti. Visto che per noi umani, in certi momenti, alcune decisioni le devono prendere  gli altri per noi. Addirittura…

 Soundtrack: “Quattro cani” - Francesco De Gregori

 Film recommended: “Hachiko” di Lasse Hallström

 

Mario Ciro Ciavarella