Antonio Del Vecchio

San Marco in Lamis, sabato 20 gennaio 2018 -  Consensi a iosa per i tre giovani architetti - ricercatori, intervenuti ieri sera al convegno sul tema “Fabbriche religiose del Gargano rurale”, a San Marco in Lamis. Si tratta di Luigi Gentile, Francesco Paolo Maria Giuliani, Fabio Massimo Guerra. Il tutto si è svolto  nell’Auditorium della Biblioteca Comunale di fronte ad una platea di pubblico selezionato e composito, che ad ogni passo significativo ha applaudito con calore ed entusiamo, non solo in segno di condivisione del brillante racconto –avventura, ma soprattutto per la giovane età dei relatori.

 Tutto ciò a significare che la ricerca sulle radici garganiche non è ferma ai traguardi raggiunti, ma continua nel suo luminoso percorso di conoscenza del territorio e della sua storia da ogni punto di vista. In questo caso la riscoperta di nuove fabbriche religiose, finora lasciate nell’oblio totale e all’usura del tempo e  all’indifferenza dell’uomo. Tra i beni studiati e raccontati nella tesi collettiva, pubblicata dall’Università di Pescara – Facoltà di Architettura, vi sono: Il monastero di San Nicola a Pantano (San Giovanni Rotondo); l’Abbazia benedettina di San Pietro in Cuppis di Ischitella; Il monastero pulsanese di San Barnaba a Monte Sant’Angelo. Prima dell’elettrizzante racconto, sono intervenuti gli organizzatori dell’evento ossia l’ex-parlamentare Michele Galante, presidente della Fondazione “Angelo e Pasquale Soccio” e il suo predecessore, l’emerito preside Raffaele Cera. E subito dopo il sindaco Michele Merla.

Tutti hanno espresso nei confronti dei giovani relatori parole di stimolo ed incoraggiamento, nonché ipotesi di utilizzo delle loro tesi nell’ambito della programmazione comunale e dello stesso Ente Parco, al fine di attingere ai relativi finanziamenti e successivamente alla loro realizzazione, unitamente al patrimonio architettonico già attivo e restaurato. In sintonia, si sono pure espressi pure successivamente l’assessora al ramo Meriligia Nardella e l’ex-sindaco Raffaele Fino. Assente per improgabili impegni il vice presidente del Parco, Claudio Costanzucci. Ciononostante, quest’ultimo,  è stato  sostituito egregiamente dal funzionario Angelo Ceddia, architetto, che ha provveduto a distribuire ai presenti ogni sorta di depliants illustrativi sulla progettualità dell’Ente e sugli impegni in corso. Dal canto loro, i relatori, integrandosi di volta in volta l’un l’altro, hanno raccontato per filo e per segno la loro esperienza. E questo non senza aver fatto una lunga ed articolata disanima storico-architettonica dei beni culturali garganici nel loro ‘insieme’, passando poi allo specifico e alle idee di recupero valorizzazione delle ‘fabbriche’ prese in considerazione.

Lo studio – a loro dire – s’intende “…collocarsi a monte di un lavoro di analisi di rilievo e di linee…”. E questo per non ripetere temi già svolti ed inserirsi in un contesto di “ricerche approprite e consono alle vicende storiche del Promontorio stesso” che avrebbe offerto costantemente  finora “…alle più svariate esperienze di vita religiosa, gli spazi, i modi e i contenuti culturali più opportuni…”. Quindi, hanno messo in evidenza le difficoltà incontrate e posto l’accento sulle soluzioni di volta in volta trovate. Ma non sempre, specie quando i minimi riferimenti visivi risultaano del tutto cancellati e di cui non restano che esigue tracce di carattere toponomastico o di narrazione orale. Enunciato, infine, l’obiettivo di fondo, che non è quello del restauro sic et simpliciter, ma si guarda al patrimonio esistente e alle possibilità future di fruizione e alla tutela delle stesse fabbriche religiose.

Insomma, si punta a  scoprire “l’anima intima”  di siffatte strutture per estrapolarne la funzionalità semplice e frugale di esse.  Prossimo appuntamento per la Fondazione”Soccio”: Primo febbraio. Incontro con Enrico Menduni dell’Università La Sapienza di Roma.