Antonio Del Vecchio

San Marco in Lamis, mercoledì 17 gennaio 2018 -  Nuovo  e prestigioso riconoscimento per San Marco in Lamis, detta anche città dei due conventi, per via di San Matteo e Stignano. Si tratta delle Fracchie, gli originali ‘carri di fuochi’ che illuminano la processione del Venerdì Santo, da circa un secolo e mezzo e forse più, quando l’illuminazione pubblica era ancora del tutto carente. La manifestazione è rientrata, infatti, nella proposta di legge regionale,  approvata or ora con “voto bipartisan”dal Consiglio Regionale, che ha riconosciuto “i rituali del fuoco processo identitario della Puglia”.

 A renderlo noto, con un pizzico di sotteso orgoglio è il capogruppo consiliare Udc presso lo stesso Ente, Napoleone Cera. Lo ha fatto con un succoso comunicato stampa diffuso in ogni dove e con ogni mezzo informativo. Tra l’altro, in essa si evidenzia il fatto che l’anzidetta legge “…esalta eventi che sono profondamente radicati nella cultura identitaria della Puglia”. Riti e tradizioni, se messi insieme, si sottolinea, nello scritto, servono e concorrono a promuovere con più incisività il ‘made in Puglia’ nel mondo intero. Parimenti agli altri beni materiali ed immateriali della regione, le fracchie e la Focara di Novoli, con tale provvedimento legislativo potrebbero fare un salto di qualità di ampio respiro nazionale ed internazionale , con collegamenti con la Spagna, la Francia e anche con il Giappone, mettendo in moto insomma un processo di valenza turistica altamente superiore a quanto accade oggi.

Si ricorderà, altresì, che tentativi di lanci e rilanci pubblicitari della manifestazione ne sono stati promossi ad iosa anche nei decenni passati, grazie alla Pro Loco e ad altre associazioni,. L’iniziativa più ‘in’ è  quella di aver portato a Roma e fatto bruciare una vera e grande Fracchia, in piazza San Pietro, benedetta dal  Papa Santo, Paolo Giovanni II. La proposta di legge, su iniziativa dello stesso Cera, risulta controfirmata anche dai consiglieri regionali Manca, De Lonardis e Vizzini. La stessa, sempre secondo il dire di Cera è dedicata al compianto Gabriele Tardio, che tanto ha fatto con i suoi innumerevoli scritti per promuovere e valorizzare le tradizioni culturali sammarchesi, Fracchie comprese. Comunque sia, è la prima volta che un evento simile è oggetto di un atto legislativo di foriera e straordinaria conseguenza sul piano morale ed economico per una città come San Marco, definita ‘capitale della cultura’ del Promontorio, per antonomasia, grazie ai suoi letterati, storici, ed artisti di valenza planetaria, che ne hanno fatto conoscere il suo nome e i suoi incommensurabili beni materiali ed immateriali, come appunto le Fracchie. Il riferimento è ai Tusiani, ai Saracino, ai Teo Ciavarella, ecc. e a quelli che non ci sono più come Pasquale Soccio, Tommaso Nardella, ecc.

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