Emanuele Leggieri Presidente del Consiglio Comunale

San Marco in Lamis, martedì 19 dicembre 2017 -  Il Presidente del Consiglio Comunale, Emanuele Leggieri, comunica che nei Cenni Storici al Nuovo Statuto della nostra città sono state rilevate alcune imprecisioni che sono state eliminate. Una è quel “bizantino” che nulla c’entra col Conte Enrico e l’altra riguarda la nostra storia demografica che non ha visto il decremento demografico cui si accenna tra “la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento” (anche se in questo periodo non è che fossero assenti i flussi migratori per l’Australia, per il Nord e il Sud-America). Questo il nuovo testo dei Cenni Storici da riportare in premessa al Nuovo Statuto e da sottoporre all’approvazione del Consiglio Comunale.

 CENNI STORICI

Il nome di San Marco de Lama compare per la prima volta in un diploma bizantino. Il Casale di San Marco era inserito nel territorio feudale del Monastero di San Giovanni in Lamis, principale centro abbadiale della Capitanata, il cui territorio feudale si estendeva dal Gargano al Tavoliere fino al nord barese. Nel 1559 da parte dell’Abate Commendatario di San Giovanni in Lamis, Vincenzo Carafa, sulla base di un precedente atto notarile del 1537, vengono riconosciuti i diritti civici agli abitanti di San Marco. Questo documento è riprodotto su lastre di pietra situate in un corridoio del Palazzo Municipale.

Sempre il Carafa nel 1578 affida il Monastero di San Giovanni in Lamis ai Frati Minori con una convenzione approvata da Papa Gregorio XIII. Già prima dell’arrivo dei Frati Minori la sede dell’Abate Commendatario era stata trasferita a San Marco in un Palazzo oggi chiamato Il Trono. Nel 1782 la Badia è dichiarata di regio patronato, gli Abati Commendatari decadono dal loro ruolo e nel 1793 San Marco in Lamis diventa Città con Regio Diploma di Ferdinando IV di Borbone.

Il cuore del centro storico è denominato Padula, ovvero palude (in lamis in latino equivale proprio a “nelle paludi”), a testimonianza del fatto che un tempo (prima della sua completa bonifica) la zona era paludosa. Gran parte del centro storico ha case basse a schiera, prevalentemente bianche, con strade strette. Mirabile è la descrizione che ha fatto Riccardo Bacchelli nella sua novella Il brigante di Tacca del Lupo: “Come uno spaccato verde tra aridi colli, s’apriva, fresco d’alba, il vallone dove si stipa San Marco in Lamis, paese singolare per la distribuzione regolare delle strade ai lati della via maestra, onde le rosse, vivide file di tetti a due spioventi uguali, uguali anch’esse le case di altezza e dimensione, si allineano e si spartiscono come un ammattonato a spina….”.

Nel XIX secolo sono da ricordare le complesse e contraddittorie vicende connesse al plebiscito unitario del 1860, il fenomeno del brigantaggio e le epidemie di colera del 1837, 1865 e 1886; in quest’ultima occasione alla locale associazione della Croce Rossa fu conferita la medaglia d’Oro, da parte dell’allora Ministro dell’Interno Francesco Crispi. Nella seconda metà del Novecento San Marco ha visto molti cittadini emigrare in cerca di lavoro e quindi si è avuto un significativo decremento demografico. Negli ultimi anni si registra una forte emigrazione di giovani laureati che trovano lavoro e successo nel Nord dell’Italia e taluni all’Estero.