Antonio Daniele
San Marco in Lamis, domenica 17 dicembre 2017 - Sono allarmanti i dati che escono fuori da un rapporto elaborato dal Gruppo Gedi, l’Italia è malata di gioco. Ben 49 miliardi di euro sono bruciati nelle slot e nei giochi d’azzardo. Una cifra enorme che fa gola alla criminalità organizzata. Ben 30 milioni di italiani giocano costantemente nella speranza di una vincita che li cambi la vita. Di questi 2 milioni sono gli italiani malati di ludopatia e che hanno bisogno di cure per uscire dalla morsa della dipendenza da gioco. San Marco non è da meno.
La cifra spesa pro-capite è di 323 euro. Cioè, ognuno mediamente ha buttato al vento un bel po' di soldi nella speranza che ci sia un domani migliore. Facendo un po' di calcoli e considerando la popolazione della nostra città di 13.723, come dall’ultimo censimento. In città si sono buttati per il gioco ben 4.500.000 euro. Abbiamo capito bene. A San Marco abbiamo speso per i giochi questa cifra enorme. Eppure la nostra città soffre di mancanza di reddito sufficiente per le necessarie spese. Alle Caritas parrocchiali sono decine le famiglie che si avvicinano per avere il giusto necessario per non morire di fame. Chi amministra è alle prese ogni giorno con famiglie con problemi di affitto e di morosità di vario genere.
Tempo fa ci siamo interrogati su questo tema. Abbiamo cercato di trovare una sponda nella società civile e nell’amministrazione pubblica. Abbiamo fatto anche noi, come Azione Cattolica, un nostro rapporto, da dove si evinceva che solo pochissimi locali pubblici hanno rinunciato alle lusinghe delle famose slot. Sul territorio, parliamo di 4 anni fa, erano presenti ben 200 macchinette mangia soldi. In un incontro con l’allora Presidente del Consiglio Regionale della Puglia Onofrio Intona, abbiamo discusso sul da farsi e su come si poteva intervenire.
Da lì a poco, il Consiglio della Regione Puglia ha approvato una legge in cui si mettono dei paletti alle cosiddette sala giochi e all’uso delle slot. Ho fatto presente più volte agli amministratori di vario colore politico di far rispettare la legge regionale e di informarsi anche sulla sua esistenza. Ma nulla è stato fatto. È risaputo che si gioca di più dove c’è più povertà e malessere. Perché ciò che spinge al gioco è un domani migliore, che purtroppo con il gioco non arriverà mai. Mi chiedo e faccio la stessa domanda ad ognuno di noi. Cosa si sarebbe potuto realizzare con 4.500.000 euro.
Pensiamo solo per un momento se questa cifra fosse stata messa in conto per la realizzazione di progetti per la città. Quante famiglie si potevano aiutare? Quanti si sarebbero sollevati? Quante opere sociali e di comunità si sarebbero messe in cantiere? Allora la domanda è a noi stessi. Aiutiamo e denunciamo abusi da gioco. Non facciamo finta di non vedere. Perché questo malessere ricade anche su di noi, senza magari avere mai buttato un euro in queste “mangia speranza” del tempo moderno. Qualcuno dirà è lo Stato che lo permette.
Da questi brutti dati, deve venire la consapevolezza che ognuno deve farsi carico del proprio vicino, parente, amico. Non permettiamo che siano bruciati tanti soldi se poi ci lamentiamo ogni giorno che in questa città non si realizza nulla per mancanza di fondi.