di Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, mercoledì 13 dicembre 2017 -  È ormai difficile separare il sacro dal profano nella quotidianità. Dio il settimo giorno si riposò, dopo aver lavorato per i sei giorni precedenti per dare vita all’universo. I sei giorni della creazione di dio li possiamo considerare “profani” (passatemi la definizione, giusto per intenderci). Poi, l’ultimo giorno, il settimo, è quello della gloria, del godimento della bellezza del creato da parte di dio. Lo spirito di dio contempla la bellezza di tutto il creato.

 Dio si complimentò (con se stesso) per il lavoro fatto. E disse che era cosa buona e giusta! Adesso, noi mortali spesso il lavoro svolto lo consideriamo “buono e giusto”, non riuscendo a distinguere tra “sacro e profano” nelle nostre attività. Avendo compreso il tutto in un unico pacchetto: feriale e festivo.

Non c’è più distinzione tra giorni dedicati alla materia e quelli dedicati allo spirito. E tutto questo è stato dettato da non molto tempo dal consumismo. Un modo di essere che ormai non ci permette più di vivere le nostre “due vite separate”: materialismo e spiritualità.

Il consumismo si “applica” in due modi: centri commerciali e acquisti su internet. Quest’ultimo sembra che stia per superare il primo. E se non si è gradito l’ordinativo fatto, una volta che arriva a casa, possiamo anche rimandarlo al mittente.

Ed è da questa idea così profana, che il settimanale tedesco “Der spiegel”, ha messo sulla copertina dell’ultimo numero una strana Sacra Famiglia. Dove San Giuseppe e la Madonna discutono su uno “strano” pacco che è appena arrivato (penso) in una grotta.

Gesù Bambino dentro una scatola, come un pacco postale spedito da Amazon. Ma non ordinato né dal padre putativo e nemmeno dalla madre “che comunque sapeva”. Naturalmente la copertina è provocatoria, ma non in senso sacro, ma in un senso prettamente profano: il commercio elettronico è in pieno boom, e cambia il nostro modo di consumare. Il commercio tradizionale sta per finire, i clienti ne approfittano. Hanno più potere che mai, scrive il settimanale. Una rivoluzione tanto grande da stravolgere perfino la natività.

Le natività future dovranno fare il conto con internet e su tutto ciò che non è quasi più preso dagli scaffali dai clienti, ma ordinato tramite computer. Andranno in soffitta anche i presepi come li conosciamo?  Anche tra i pastorelli ci saranno novità quando andranno a trovare il Salvatore appena nato?

Ci sarà ancora il pastorello che dorme in attesa che l’angelo lo vada a  svegliare per dirgli che il Re del mondo è nato? Oppure l’annuncio gli sarà dato da una sveglia con dodici tonalità diverse e con l’illuminazione sparata verso l’alto con la scritta “Excelsis Dei”?

L’oste che mette del vino ai pastori in attesa del lieto evento, ci sarà ancora? Oppure sarà sostituito da una birreria con birre provenienti da tutte le provincie della Galilea, birre arrivate poche ore prima dopo essere state comprate su e-bay?

Sui re Magi si potrebbero scrivere centinaia di varianti su come si potrebbero presentare davanti alla grotta. Possiamo solo dire che al posto dei cammelli potrebbero arrivare tre ologrammi inginocchiati con in mano una chromecast, una gift card e tutti gli episodi del telefilm “Lost”, nel quale il finale non ha convinti tutti: internet fa viaggiare le idee, e non le persone.

Siamo bombardati tutti i giorni su come e cosa acquistare. Stiamo vivendo mettendo in discussione tutto quello che abbiamo acquistato pochi giorni prima. Stiamo vivendo non sapendo cosa sia già di nostro possesso e cosa non ancora. Stiamo vivendo per buttare tutto quello che già abbiamo acquistato più volte (ci vorrebbe un giorno dedicato della raccolta differenziata per buttare questa categoria di rifiuti).

Stiamo vivendo e tra poco non capiremo quando è Natale e quando è Pasqua: pandori e panettoni diventeranno una sola cosa, e nascerà un dolce che non avrà né il gusto del Natale e nemmeno quello della Pasqua.

Ma quello di tutti i giorni.

Soundtrack: “Voglio di più” - Jovanotti

Book recommended: “Canto di Natale” di Charles John Huffam Dickens

 

Mario Ciro Ciavarella