Redazione
San Marco in Lamis, martedì 5 dicembre 2017 - “Quella che ci troviamo a vivere è una crisi economica molto pesante, simile o peggiore di quella del 1929, che ha prodotto e produce molte disuguaglianze. Il problema di fondo sta proprio nella differenza nell’accesso al mondo del lavoro e rispetto alle tutele di cui hanno potuto godere i nostri genitori e quelle di cui potranno godere le nuove generazioni.
Ciò non consente ai giovani di immaginare serenamente il proprio futuro. Come adoperarsi per offrire una nuova prospettiva? Cercando di limitare forme di egoismo individuale ed isolamento, provocato dalla diffidenza diffusa generata dalla scarsità di spazi a disposizione nel mondo del lavoro". Lo ha detto il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo intervenendo a San Marco in Lamis in occasione della giornata di studio 'Storie numerate di creazione di valore'.
"La chiave di volta non consiste però nel tornare a come eravamo. - ha spiegato Bordo - L’Italia è tra i paesi con il debito pubblico più alto d’Europa. L’idea che si possa tornare a competere con grandi multinazionali non è una prospettiva reale e l’Europa ha costituito anche per noi un importante paracadute, grazie al quale siamo riusciti a non schiantarci. L’Ue è un’opportunità fondamentale per guardare al nostro futuro e a quello delle nuove generazioni. Le opportunità per le regioni del Sud Italia sostanzialmente sono offerte oggi dai fondi strutturali europei. Nel ciclo 2014-2020 più di 50 miliardi di euro sono stati investiti in opere infrastrutturali, formazione ed incentivazione verso nuove forme d’impresa.
Occorre sfruttare queste risorse puntando alla qualità della proposta, dimostrando di avere come Meridione le capacità e la forza per rispondere a queste nuove sfide. A tal fine vanno coniugati due ragionamenti: la necessità di un massiccio investimento nella formazione della pubblica amministrazione, per una classe burocratica più competente e capace di rispondere in modo celere agli input che arrivano dall’Europa e fare in modo che la classe politica produca scelte diverse rispetto all’utilizzo di tali risorse, che siano maggiormente rispondenti alle esigenze dei territori".