Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, lunedì 4 dicembre 2017 -  A volte anche il cinema, che è il massimo dell’espressione dei desideri che vogliamo esaudire, non riesce nel suo intento. Nel senso che, alcuni film già sulla carta: scritti, cast pronto e soldi a portata di mano; non vengono girati. Per problemi di post-produzione (ulteriori finanziamenti non previsti all’inizio), attori che non si presentano sul set all’ultimo momento per motivi vari, film a montaggio ultimato non vengono proiettati poiché non convincono nemmeno il regista!!?? I motivi sono tanti.

 A questi tanti motivi ci aggiungiamo anche la superstizione. Il film per eccellenza che non vide mai la sua proiezione nei cinema è “Il viaggio di G. Mastorna, detto Fernet” di Federico Fellini.

Questa è una storia assurda e interessante allo stesso tempo. Dove superstizione e coincidenze si miscelano talmente bene, che la storia stessa di questa “non produzione”, potrebbe essere un motivo per girarne un film.

Il film parla di un certo Giuseppe Mastorna detto Fernet, un clown che sa suonare il violino. Atterra a Colonia in Germania davanti alla cattedrale. A questo punto viene portato su uno slittino, essendoci la neve, in un albergo situato in una foresta. Nell’hotel assiste ad uno spettacolo di una danzatrice del ventre che partorisce proprio durante la sua esibizione.

Dopo lo spettacolo, Mastorna entra in camera sua e apprende dal  telegiornale che un incidente aereo avvenuto in zona, non ha lasciato sul campo superstiti. Il protagonista del film non capisce bene la notizia poiché non conosce il tedesco, ma apprende che quel suo viaggio “è fuori dal mondo”.

E qui finisce la sceneggiatura del film. Fellini non continuò a scrivere.

Per questo film si fecero i nomi per interpretare Mastorna, di Totò,  Mastroianni, Tognazzi e Paolo Villaggio. Quest’ultimo sarebbe poi stato il prescelto. Infatti, non essendo passato il progetto di questo film “proibito” di Fellini, Paolo Villaggio venne richiamato dal regista per girare il film “La voce della luna” con Roberto Benigni.  

Furono tanti gli indizi che indussero Fellini a mettere da parte la realizzazione del “Mastorna”. Uno dei primi, la morte del suo psicanalista, morte che Fellini aveva sognato pochi giorni prima. Poi, la parola “Fine” che venne messa per sbaglio durante la sceneggiatura del film, e non alla fine della stessa.

Ma l’indizio più “grave” fu quello che ebbe dal sensitivo torinese Gustavo Roll, il quale predisse a Fellini che se avesse girato quel film sarebbe stato l’ultimo. Quindi, la morte.

A quelle parole Fellini bloccò tutto, strappò qualsiasi contratto firmato con il produttore Dino De Laurentiis, le gigantesche scenografie già montate a Cinecittà vennero rimosse e del film nemmeno un ciak!!

Seguirono battaglie legali tra il regista riminese e il produttore napoletano. Alla fine si arrivò ad un accordo: Fellini avrebbe girato con lo stesso produttore tre film. Ma il Mastorna, no!!

Di questo film mai realizzato, esistono i bozzetti disegnati dallo stesso Fellini, e una bellissima illustrazione fatta da Milo Manara (nella foto) al quale Fellini fornì lo storyboard, disegnando con inchiostro di china in bianco e nero alcuni momenti di questo viaggio cinematografico mai iniziato.

Ora, come interpretare una storia del genere? I sogni, i presentimenti, le parole di un sensitivo sono più forti della magia del cinema? In questo caso sì!

In questo caso l’inconscio dell’uomo ha avuto la meglio sulla fantasia. Il timore e il dubbio hanno battuto facilmente la bellezza e la poesia di un film mai realizzato.

I film, in fondo, ce li facciamo noi nella nostra mente. A volte non è necessario proiettarli al pubblico. È sufficiente immaginarli,  raccontarli solo a chi vogliamo, e poi aspettare che si avverino.

(Ma a volte è meglio di no, come successe a Fellini).

Soundtrack: “Prendi questa mano zingara” - Iva Zanicchi

Film recommended: “Final destination” di James Wong

 

Mario Ciro Ciavarella