Antonio Daniele
San Marco in Lamis, domenica 3 dicembre 2017 - Il 2 dicembre si celebra la giornata mondiale per la lotta contro la schiavitù. Questa giornata ricorda una storica firma di quasi tutte le nazioni, che davanti all’Onu si impegnavano a lottare questo fenomeno che umilia la dignità di ogni persona. Sembrano scene da film, quelle che ogni tanto vediamo, in cui si racconta il mercato della vita umana. Ogni persona nasce libera e con tutti i diritti di vivere appieno la propria esistenza. Ma il fenomeno della schiavitù per la verità non è mai stato smantellato.
Qualcuno penserà che sia qualcosa di molto lontano da noi, ma non è così. Basta percorrere le nostre strade extraurbane e vediamo il mercato del sesso a ogni ora della giornata. Ragazze, poco più che maggiorenne, che sono alla mercede dei nostri conterranei. Un fenomeno che si svolge alla luce del sole senza che nessuno prenda seri provvedimenti. In questi giorni di raccolta delle olive, ho visto con rammarico una scena che i nostri nonni ci raccontavano che succedeva molti decenni fa. Ragazzi di colore che schierati uno a fianco all’altro, aspettano il “padrone” di turno, che li sceglie in base al fisico e alla forza.
Non è forse questo un nuovo mercato della schiavitù in tempi moderni? Eppure siamo una nazione che tutela i diritti umani. Siamo pronti a scendere in piazza per la tutela sindacale dei nostri diritti lavorativi e poi ci dimentichiamo facilmente del debole e del più fragile. Anche il nostro Presidente della Repubblica ci raccomanda a non sottovalutare un fenomeno che si è acuito con l’arrivo dei migranti, che non sono carne da macello, ma persone con gli stessi nostri diritti.