di Luigi Ciavarella

San Marco in Lamis, lunedì 27 novembre 2017 - In questi ultimi giorni stiamo assistendo ad un vero è proprio rilancio della cultura locale. E’ una consuetudine ormai radicata nel nostro paese quella di offrire un ventaglio di date d’interesse artistico culturali nelle settimane che precedono le festività natalizie. Quindi eventi come arte, letteratura, musica e storia, etc. investono la nostra cittadina di una attenzione particolare soprattutto in quegli ambienti più sensibili a questo genere di proposte.

 Con un elemento positivo in più da registrare riguardante l’inattesa presenza di un folto pubblico giovanile presente a qualche accadimento (sui temi attualissimi dei social o riguardo la figura di Pirandello, per esempio) che diventa così un motivo di speranza in termini di fiducia per il nostro avvenire. Premesso ciò lo svolgimento delle manifestazioni ha avuto in alcuni imprescindibili appuntamenti il loro punto di forza come per esempio “La festa di santa Cecilia”, notoriamente patrona dei musici e intestataria della locale scuola di formazione musicale, a cui è stato dedicato un fitto calendario di manifestazioni musicali di prima grandezza. La festa di è svolta dal 18 al 22 novembre e ha coinvolto principalmente la chiesa di santa Chiara nel centralissimo corso principale del paese, debuttando con l’esecuzione, da parte del trio di chitarre Apulia Guitar Trio, delle Quattro stagioni di Vivaldi (18 novembre) per concludersi il 22 con “Una messa cantata dal Coro Polifonico Lauretano di Trinitapoli” (Organista Francesco Campagna).

Nel mezzo un dibattito sui temi dei rapporti interscolastici tra musica e istituzioni (ecco che ritorna quanto già citato sopra) e, quello di cui ho avuto la fortuna di assistere, il Concerto del fisarmonicista Maurizio De Luca, virtuoso dello strumento, peraltro vincitore del concorso intestato a Tonino Lombardozzi, che ha portato a termine alcuni pezzi di musica classica che ci hanno letteralmente incantato per la grandezza della loro esecuzione. Dalle musiche di Frescobaldi a Elgar passando per Kazakov (Una sonata proveniente da un tema popolare russo) e Elgar fino a Candotti e Scarlatti, etc. il giovane musicista friulano ha dato prova di possedere una formazione musicale a dir poco stupefacente.

L’evento storico di maggiore interesse è stato senza dubbio la pubblicazione e la relativa presentazione avvenuta il 17 novembre nell’Auditorium della Biblioteca comunale del libro di fresca sortita di Michele Galante dal titolo “Il Movimento Socialista a San Marco in Lamis”, contenente molti spunti d’interesse per la conoscenza di una parte della nostra storia vista dal punto di vista dei movimenti socialisti in paese. Vi hanno presenziato, oltre all’Autore, peraltro  storico di chiara fama, anche due autorevoli studiosi del ramo come il prof. Adolfo Pepe, direttore della Fondazione Di Vittorio, e Franco Bolgia ex vice presidente della Regione Puglia. Il tutto coordinato da Geppe Inserra, noto giornalista e blogger (Lettere Meridiane). Sul racconto della serata si sono già espressi noti articolisti della stampa locale dilungandosi in particolari a cui rimando (Apollonio e Del Vecchio, quest’ultimo noto socialista della prima ora).

Aggiungo soltanto che la sala era gremita di vecchi e nuovi socialisti, ex comunisti e uomini di sinistra, quasi una rimpatriata per testimoniare il ruolo importante che ha avuto il movimento socialista nel campo dei diritti del lavoro e della storia del mezzogiorno. Il libro di Michele Galante ripercorre, con dati e ricchi particolari, 75 anni di storia del movimento arrestandosi alla soglia dei ‘70 poiché, come ha spiegato l’Autore, dopo quella data “c’è stato un suo coinvolgimento diretto nella vita politica del Paese”.

Tra gli altri eventi in programma vi è uno in particolare che ci conduce dritto nel cuore dell’attività formativa/creativa del locale “Freak” di Artefacendo. Il laboratorio, notoriamente molto attivo su questi versanti, propone una Mostra d’Arte di Matteo Nardella dal titolo “Attraverso il segno” che ci apre uno scenario dark, oscuro e persino ossessivo attraverso immagini che configurano una umanità dai contorni inquietanti rappresentata da figure alate, indefinite, ibride, incise con china quasi a voler dar loro maggior risalto rappresentando una metafora surreale dei nostri tempi difficili. “un processo di ridefinizione perenne, volto al superamento della dualità archetipica e radicale”, come ha scritto giustamente Giuliana Schiavone nell’introduzione alla sua opera. Il giovane artista sammarchese (è nato nell’’88) possiede un ricco carnet di riconoscimenti e premi importanti ottenuti in vari luoghi italiani ed esteri. La Mostra si protrarrà sino al 16 dicembre.

 

Luigi Ciavarella