Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, venerdì 24 novembre 2017 -  L’ultima volta che ho visto una vendita di schiavi africani ad un’asta è stata nel film “Amistad”, del 1997 di Steven Spielberg. Dove si racconta di come una nave, quella del titolo, dall’Africa deportava degli uomini di colore catturati, fino al Nuovo Mondo. Con relativo mercato di schiavi. Pareva che non ci potesse mai più essere una nuova tratta degli schiavi nel terzo millennio. Invece pochi giorni fa è stata documentata dalla CNN una vendita di uomini in Libia.

 Sono migranti che cercano un imbarco di fortuna per raggiungere l’Italia, invece la Libia sta diventando una specie di frontiera invalicabile naturale per gente che scappa dai propri Paesi. E lì finisce la loro corsa per la sopravvivenza.

 La prima storia raccontata nei minimi dettagli di uno schiavo portato dal Continente Nero a quello dei bianchi d’America, è quella di Kunta Kinte, nel libro “Radici” del 1976 dello scrittore Alex Haley. Da questo scritto venne tratto anche una serie tv di grande successo negli anni ’70.

 Lo scrittore Haley ripercorre la storia di un ramo della sua famiglia a partire da  Kunta Kinte, un giovane appartenente alla tribù dei Mandinka del Gambia che fu deportato in America e fatto schiavo. Alex Haley scoprì di essere un diretto discendente di questo schiavo.

 Adesso, gli schiavi che vengono venduti in questi giorni in Libia, che fino  a pochi giorni fa erano delle persone libere, quali discendenti avranno in futuro? Tra qualche decennio ci saranno tanti altri scrittori che scopriranno di essere dei pronipoti di uomini tenuti dentro un carcere prima, e schiavi dopo?

 E come potranno descrivere le vite dei loro padri in un’epoca che non ha niente a che fare con gli albori dello schiavismo, iniziato nel XV secolo? Ma ci rendiamo conto che una parte del mondo da un po’ di tempo sta regredendo con una velocità che nessuno poteva immaginare?

 Da un lato l’umanità sta guardando verso Marte, dove tra meno di venti anni saranno inviati i primi uomini che rimarranno su quel pianeta per sempre. E dall’altro lato gli uomini stanno tornado indietro nel tempo tenendo delle donne letteralmente “murate” dentro una tunica che copre il corpo intero, e vende uomini come fossero delle bestie.

 Stiamo impazzendo! Manca solo l’ufficialità, ma la “Specie imprevista” sta impazzendo!! Non sappiamo se quello che stiamo combinando da un po’ di tempo sia progresso o regresso.

 Sembra di vivere su un pianeta che va a due velocità: da un parte c’è stata un’accelerazione improvvisa iniziata pochi decenni fa, e dall’altra parte c’è un ritorno al passato che sta acquistando sempre più velocità nel far regredire la restante umanità.

 Fare delle previsioni su quella che sarà l’umanità tra qualche decennio è ormai impossibile. Il divario tra gente progredita e quella regredita sarà sempre più evidente.

 Avremo, non tra centinaia di anni, ma molto prima, tanti nipoti di Kunta Kinte, e altrettanti discendenti di coloro che stanno per partire per Marte per colonizzare quel pianeta.

 Il bello è che, poi, avremo due storie del Mondo da raccontare: quella  scritta dai figli dei nuovi schiavi, e quella scritta dai figli degli astronauti  del futuro. E in mezzo assolutamente nulla. Noi uomini siamo capaci di generare anche ciò che la Natura non ha mai pensato: l’uomo che non venne nemmeno calcolato!!!

 Una nuova specie che non produrrà nulla per il futuro! Ci sarà una nuova etnia che non lascerà nessuna traccia sulla Terra. “L’Homo Inutilis”.

 Film recommended: “Amistad” di Steven Spielberg

 Soundtrack: “Southern Man” - Neil Young

 

Mario Ciro Ciavarella