Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, giovedì 16 novembre 2017 -  Le immagini che scorrono davanti ai nostri occhi sono quelle che riassumono una giornata quasi intera. La partenza, il lavoro, il ritorno, spesso quando è sera. All’imbrunire, quando la mente è quasi assopita e pensa a quello che si è fatto. E molte volte si ritorna in macchina, magari con l’autoradio accesa cercando una canzone che dia come delle pacche sulle spalle come atto di soddisfazione. Come consolazione, come quando usciamo da un confessionale dove abbiamo lasciato ciò che non riguarda l’animo umano.

 Se i fari della macchina sono accesi, si incrociano altre luci, che quasi vogliono baciare le loro “simili”: quelle di altre auto che corrono in direzione opposta. E il parabrezza dell’auto dilata qualsiasi immagine con contorni di luci soffuse, e che danno la sensazione di ingrandire ciò che ti sta venendo incontro. Il buio dell’abitacolo amplifica la generazione dei pensieri, che vogliono dare un senso a tutto ciò che è stato fatto nelle ultime ore. È quello un buio primordiale: ti giudica e poi ti assolve, o ti condanna del lavoro appena svolto.

La fine di una qualsiasi giornata è come se fosse un mini giudizio universale personale, che ti guarda in faccia e poi ti lascia ancora le poche ore della sera che rimangono per rimediare. Il ritorno a casa è il momento più bello. Quello che dice se hai vissuto o meno. Il bene fatto anche in un solo giorno viene ripagato unicamente dalla sensazione di stare bene. La ricompensa maggiore viene data dalle tue sensazioni di pace e tranquillità. Come quando entri e vedi che dentro casa tua c’è ordine, ci sono ancora le tue parole lasciate lì quella mattina prima di andare via per lavorare.

Ci sono ancora i tuoi consigli lasciati a coloro che ancora non uscivano di casa. Ritroverai al tuo rientro, gente che potrà dirti: “E’ vero”. Oppure: “Domani sarà un giorno migliore”. Il ritorno a casa mette una linea di confine tra ciò che è giusto e ciò che poteva esserlo: abbiamo altri giorni per rimediare. Solo che non sappiamo quanti giorni ancora ci saranno per poter dire: “Oggi è stato un giorno come dio comanda”. Cosa dicono quelli che rientrano a casa dopo aver tolto delle vite create sulla nostra terra?

Soundtrack: “Cherry Blossom Girl” - Air

Book recommended: “Quel che resta del giorno” di Kazuo Ishiguro

 

di Mario Ciro Ciavarella