Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, sabato 4 novembre 2017 -  C’è uno strano scontro tra gli uomini e Colei che li crea. A Dublino, in Irlanda, la Natura sta vincendo sul Genero Umano da alcuni anni. Il terreno dello scontro è il parco della Honorable Society of King's Inns, la più antica scuola dell'Irlanda, fondata nel 1541. I contendenti sono un albero e… una panchina. Inizialmente era un incontro, lì dove venne piantata 80 anni fa una quercia, venne successivamente montata una panchina in ghisa. Non penso che nessuno non abbia fatto caso che il contatto “tra i due” stesse diventando inevitabile.

 Eppure l’uomo non spostò di un centimetro quella panchina, che rimane ancora lì. Anzi, ora è troppo tardi, visto che è stata ormai per metà inglobata dalla “lingua” di quest’albero.

 Potrà sembrare strano, ma la quercia, naturalmente, ha sviluppato nel tempo una “lingua” che si è adeguata al “pasto”, che si è messo in mezzo tra lei e lo spazio circostante. Non solo sta divorando la panchina, ma lo sta facendo alzandola da terra, come se fosse un cucchiaio che prende il pasto da un piatto e se lo sta mettendo in bocca.

 E tutto questo, l’albero, lo sta facendo senza sapere “né leggere e né scrivere”. Lo fa perché così dettò lei: la Natura. A differenza degli uomini  (la Specie imprevista), non ha bisogno di dettami di altri uomini “eletti” che indichino la Verità al prossimo.

 La Natura, la Verità ce l’ha insita in se stessa!!!   

 Qualcuno potrebbe pensare che per “mangiare” una panchina,  quell’albero segua una dieta ricca praticamente di tutto: vitamine, minerali, carboidrati, frutta, verdura, proteine e magari fa yoga anche tre volte la settimana. Invece, quella quercia, come tutti gli altri alberi, segue una dieta a base di anidride carbonica, acqua e sole. E basta!

 Eppure sviluppa una forza straordinaria, che non si ferma nemmeno davanti all’intelletto umano, che ha inventato e piantato quella panchina. L’albero affamato di Dublino, ci indica come le direttive, noi umani, le abbiamo praticamente su tutto, in Natura non hanno motivo di esistere.

 Anche la fame è naturale: gli alberi, i fiori e tutto ciò che respira, riesce a mangiare quello che trova davanti a se. Senza che nessuno indichi ad un altro come comportarsi. Uno straordinario esempio di libero arbitrio, senza dogmi e senza verità supposte (scusate se ho detto supposte).

 Chissà com’era la Terra prima dell’avvento della Specie imprevista. Forse piena di alberi affamati che mangiavano non delle panchine, ma altre piante dirimpettaie. Come avviene tutt’ora, e da sempre, nel mondo  animale: quello più grande e forte mangia quello più piccolo e debole.

 E tutto questo avveniva nel silenzio più totale: nessun “essere floreale” che si lamentasse di essere divorato dal “vicino di casa”. La fame regnava sovrana. Una fame atavica che non aveva delle regole, poi siamo  arrivati noi, e abbiamo deciso di mangiare… tre volte al giorno.

 La Natura è riuscita ad evolversi grazie alla sua fame. Senza di essa, forse, non ci sarebbero stati “grandi” e “piccoli”. Ma solo fiori, piante e animali della stessa dimensione. Poi arrivammo noi e costruimmo…  panchine, che sono ancora lì a sfidare le querce.

 E noi, nonostante tutto, continuiamo a fare il tifo per la panchina. Sapendo di perdere.

 Soundtrack: “La canzone della terra” - Lucio Battisti   

 Film recommended: “Revenant” di Alejandro Gonzalez Inarritu  

 

Mario Ciro Ciavarella